RunLovers alla Relay di Milano Marathon, perché correre è festeggiare la vita!

Sono quasi le 9.45 di domenica 7 Aprile, abbiamo appena agganciato il segnale GPS in una zona nuova, non ero mai stato qui a registrare una corsa. Milano, zona porta Venezia. Si corre la Maratona nella capitale economica d’Italia, non vediamo l’ora di partire. Il meteo sembra buono, almeno per quello che dicono le previsioni, anche se prima c’è stato un forte scroscio d’acqua che ha fatto temere il diluvio, ma pare che ora sia tutto a posto e si stia schiarendo un po’. Di fianco a noi vediamo tante mani che si agitano, braccia che sciolgono i muscoli, qualche gamba che fa stretching. Il segnale diventa verde, siamo pronti. Via, si parte!

I primi metri di una gara sono sempre molto strani. C’è chi parte a cannone, chi va quasi camminando, chi entra subito nel passo medio previsto. Davide è uno di questi. Ci siamo allenati con lui tante volte in estate quando gli è capitato di venire in Sardegna e lo riconosco subito. Facciamo pochi zig zag per districarci in mezzo agli altri partecipanti, non c’è troppissima gente qui alla partenza delle staffette e si riesce da subito a correre bene. Quasi non me ne accorgo e siamo già al terzo chilometro, con questa bellissima nuova parte di Milano col bosco verticale in lontananza a fare da cornice. Tutta la prima parte la corriamo qui, facendo una inversione larga a U e tornando indietro sul percorso fino a Porta Venezia. Questo tratto è molto scorrevole, anche se da poco prima di incrociare nuovamente i bastioni abbiamo recuperato un po’ dei runner della Maratona partiti prima di noi. È la prima partecipazione ad una Staffetta per la Maratona per me, spero ci si diverta e per ora sembra proprio che le cose stiano andando bene. Davide è precisissimo e mantiene il passo previsto come un metronomo. Abbiamo corso un tratto di percorso con Dario, che fa la prima parte per i Vibes, e con la mitica Anne, la donna chiamata corsa, ma ora con Davide andiamo da soli e stiamo per arrivare in uno dei punti storici di Milano. Facciamo un paio di curve e le vediamo, le guglie gotiche del Duomo. Che spettacolo! Correre in mezzo a certe meraviglie fa pesare molto meno la fatica, e in un attimo ecco che abbiamo percorso già diecimila dei tredicimilaquattrocento metri che dobbiamo percorrere prima di passare il testimone e me a Betty, che ci aspetta in via XX Settembre. Ora sulla nostra destra c’è il Castello Sforzesco, ci siamo quasi. Davide, e così tutti gli altri partecipanti delle due squadre RunLovers alla staffetta, Vibes e Spirits, ha un palloncino bianco legato alla maglia, in modo che gli altri staffettisti e gli amici del RunLovers Club che sono venuti a fare il tifo (con tanti ci siamo incontrati anche ieri sera, che cosa incredibile è la corsa quando consente di fare amicizia?)  possano vederlo in mezzo alla folla che corre.

Eccolo, il primo punto di cambio. Betty lo aspetta, si scambiano il testimone col chip per la registrazione del tempo e me, e subito io e Betty ripartiamo. Per un tratto Dario, che ha lasciato il suo testimone a Vincenzo, ci accompagna, “che tanto avrei fatto un lungo oggi” e insieme andiamo verso la zona di Milano che chiamano City Life, con i suoi grattacieli che riflettono le luci tutt’intorno e sembrano tanti flash di macchina fotografica. Questa parte di gara è un po’ dura, il percorso è ondulato e ci sono tante curve, e in alcuni tratti di questa seconda frazione da diecimila metri correre è più faticoso del previsto. Ma anche Betty è perfettamente in linea con il tempo che aveva in mente, e la cadenza e i movimenti sono sempre costanti. Davanti a noi ora, a tre o quattrocento metri circa, c’è il “traguardo” della Mezza Maratona al Monte Stella, uno dei luoghi di ritrovo storici per i Runner Milanesi, da cui si andrà verso il secondo punto di cambio staffetta, dove ci aspetta Andrea, che corre per gli Spirits, e dove i Vibes hanno appena fatto il secondo cambio con Vincenzo che ha lasciato il testimone a Loredana. Di tanto in tanto, nelle curve e in alcuni punti in cui Betty scioglie un po’ le braccia, vedo le sue HOVR dondolare sincrone sull’asfalto, leggere come piume, macinando metro dopo metro la strada che ci manca per il cambio. Andrea ci aspetta con lo zainetto di Betty pronto da consegnarle, anche lui ha il palloncino bianco ed il completo giallo che ci ha fornito Under Armour apposta per la gara, impossibile non vederlo. Si scambiano tutto e corriamo via con Andrea per i nostri settemila metri da fare insieme. C’è da percorrere la parte della zona Ippodromo e dello Stadio Meazza, dove le curve sono fortunatamente poche e abbastanza dolci e consentono di non rallentare troppo, ma è un tratto un po’ noioso e con poche persone a fare il tifo. Qui anche Andrea sta andando alla grande, mantiene il passo costante e per ora siamo in linea con quanto aveva in mente di fare, prima di passarci a Pietro che avrà il compito di arrivare fino al traguardo e chiudere la staffetta. Abbiamo quasi terminato la zona del parco e tra poco rientreremo in città, dove poco prima del trentesimo chilometro ci sarà il terzo cambio. A quasi metà di questa strada lunga che riporta verso il centro però c’è una curva a zig zag che ci fa rallentare vistosamente, e quasi senza motivo perdiamo una quindicina di secondi, forse anche venti o venticinque, su questo chilometro. Pietro e Stefano ci aspettano alla fine del ventinovesimo circa, dove Stefano vede già arrivare Loredana, si scambiano il testimone e parte per l’ultima frazione. Andrea è partito dopo e sta soffrendo un po’, ma oggi quel che conta è arrivare e non c’è bisogno di forzare troppo per cercare il tempo, anche perché provando ad andare al massimo anche con i vecchi fastidi che si stanno facendo risentire è facile affaticarsi mentalmente e provare sconforto. Fortunatamente, ci affianca una coppia di giovani sui trent’anni lui e poco meno lei, lo vedono un po’ in difficoltà e cercano di incoraggiarlo. Devono essere fidanzati, o giovani sposi, son proprio belli da vedere e la loro corsa una accanto all’altro dà serenità. Non capisco bene cosa gli dicano, ma devono essere stati molto convincenti perché ripartiamo più forti di prima per questi ultimi sei o settecento metri che mancano, sento solo i loro nomi mentre si presentano ad Andrea intimandogli di non mollare, che loro poi lo aspetteranno al traguardo per salutarlo di nuovo. Armando e Tina ci lasciano poco dietro quando vediamo in lontananza Pietro al punto di cambio, lo salutano e lui gli fa l’ok col pollice (come cavolo sia possibile che incontri gente che conosce dappertutto non si scoprirà mai) e ci viene incontro nella zona in cui Andrea e lui si devono scambiare. Si conoscono da un po’ più di quindici anni, e anche se vivono lontani, l’uno e l’altro possono essere sicuri del reciproco messaggio di auguri per il compleanno. Non è mai capitato che ne mancassero uno. Andrea tira fuori la bandiera dei Quattro Mori che Pietro gli ha regalato e la sventola arrivando al punto di cambio.

Si abbracciano, si scambiano il testimone e si incoraggiano a vicenda. Potrei anche sbagliare, ma mi è sembrato di vederlo commuoversi. Siamo qui per correre però, e partiamo quindi per i nostri undicimilaottocento metri finali. Riconosco il passo, la cadenza, il movimento del polso. Anche io e Pietro siamo amici ormai, sebbene ogni tanto io lo stimoli un po’ oltre la sua voglia, continuando a ripetergli “muoviti” anche se ha appena corso trenta chilometri. Quasi senza renderci conto, siamo già al trentacinquesimo chilometro e tra poco passeremo all’Arco della Pace. Eccoci, curva a destra e poi dritti su corso Sempione. Qui incontriamo tantissima gente che corre, e come sempre si mette a fare il buffone, salutando ed incitando un po’ tutti quelli che supera (facile superare chi ha già corso per trentacinquemila metri quando tu sei fresco, eh?) e quasi senza accorgerci, siamo a due chilometri del traguardo. La vedo prima io, stavolta. Vibro un po’, lui mi guarda ma legge solo il valore dei minuti per chilometro e non bada a guardare alla sua sinistra. Non l’ha vista, com’è possibile? Come lo avviso ora? Ecco, vibro di nuovo! “Numero dei piani saliti raggiunto, Pietro! Girati dai, girati!” Ed ecco che si gira, mi guarda e quando alza nuovamente gli occhi la vede anche lui. Ha una maglia gialla con la bandiera Norvegese e uno slogan blu, e per il poco che ricorda di quella lingua gli sembra che ci sia scritto qualcosa tipo “Le ragazze di Lia”. Deve essere una staffettista anche lei, o forse ha deciso di correrla solo oggi per rivedere Milano, in attesa di poter nuovamente correre la Maratona ad Amburgo il prossimo 28 Aprile, fattostà che quella coda bionda che forse è una treccia gli sembra proprio quella di Charlene, anche se non si gira mai. A meno di un chilometro dal traguardo la perde di vista, e anche io. Proprio in questo momento, Stefano sta arrivando al traguardo e la staffetta RunLovers Vibes sta per completare la maratona. Eccoli, sono finisher della Relay Milano Marathon, che bella emozione!

Manchiamo noi, e Pietro ed io ora passiamo su un ultimo tratto di pave’, ci spostiamo sul lato destro e anche la staffetta RunLovers Spirits si laurea finisher!

Si abbracciano tutti, si congratulano, si abbracciano di nuovo! Bellissimi! Sono davvero felicissimi, ci spostiamo dentro l’area ristoro, si raccontano le parti belle e quelle meno belle della gara, scherzano, fanno un sacco di foto e mi sembra proprio che si sentano fortunati, ad aver potuto vivere questa esperienza. È piaciuta anche a me, che pure sono soltanto un orologio GPS e queste cose mica me le programmano nel sistema operativo. 

Ci allontaniamo qualche minuto con Pietro per prendere da bere, ed ecco che Charlene gli si affianca – era proprio lei, la ragazza con la maglia della Norvegia – e gli bisbiglia all’orecchio: la facciamo anche ad Amburgo, questa festa?

Lui sbianca un po’ perché ad Amburgo dovrà correrla per intero la Maratona, ma poi le dice subito “Certo che sì, Charlene!“, perché una delle cose che gli piace pensare è che lo Spirito della corsa, le Vibrazioni che ti può regalare, servano a questo: festeggiare la vita.

We Are RunLovers.

[CONTINUA]

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