La passione di Giacomo per tutto ciò che fa traspare dal primo momento che lo conosci e inizi a parlarci insieme. Anzi, basta solo dare un’occhiata al suo account Instagram per capire quanto entusiasmo sia in grado di trasmetterti.
Ma, quando si approfondisce un po’ di più la sua conoscenza, capisci che siamo di fronte a una persona coerente, con un carattere forte e, proprio per questo, umile nella sua sostanza. La stessa umiltà di chi sa quanto sia difficile ottenere un risultato e, proprio per questo, nutre rispetto per tutti.
E non è facile da trovare in un ragazzo che, a 22 anni, ha preso in mano la sua vita per seguire le sue passioni.
Farsi trascinare dagli eventi? No, grazie
Spesso siamo – in certi aspetti – vittime degli eventi. Ci facciamo trascinare dall’incedere della vita, degli eventi. Seguiamo la corrente, per dirla in modo semplice. E, se vogliamo uscire da questo “destino prestabilito”, dobbiamo necessariamente avere il coraggio di fare scelte che siano non convenzionali.
Esattamente come ha fatto Giacomo.
Giocava a calcio a livello semi-professionistico ma quel mondo non gli apparteneva: era diventato più un lavoro che l’espressione della sua passione e, a 22 anni, ha deciso di chiudere quella fase della sua vita per aprirne un’altra.
È facile? No, tutt’altro. Ci vuole coraggio e serve una grande consapevolezza, magari anche un briciolo di incoscienza. Ma, soprattutto, bisogna avere le idee ben chiare – «correre, pedalare, andare in montagna è la mia passione e ho deciso di liberarmi da tutto ciò che mi “limitava” per seguire la mia passione».
Quasi a togliersi tutti i fardelli di dosso per acquisire un nuovo livello di libertà e iniziare – in questo modo – una nuova vita (e chissà quante altre vite avrà davanti).
“Sì, si può fare”
C’è un’intera filosofia dietro a queste quattro parole. C’è la passione nel suo lavoro di personal coach e nell’aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi.
C’è la voglia di migliorare sempre di più, liberandosi dai limiti per andare verso ciò che può spaventare, come vincere la paura dell’acqua e imparare a nuotare per affrontare il suo primo Ironman 70.3.
C’è la voglia di sfida e amicizia per affrontare in compagnia di altri tre ragazzi un giro in bici nel deserto di Israele a luglio con 50°C. E, da lì, avere la voglia di andare ancora più lontano. Dal Mar Morto, il punto più basso della terra, a quello più alto.
E quindi partire per raggiungere in mountain bike il campo base dell’Everest. Arrivando dove i bambini non sapevano nemmeno cosa fosse una bicicletta.
È voglia di vivere appieno e di ispirare quello che anima Giacomo. E proprio in questo contesto vive la sua partecipazione agli ASICS Frontrunner, dove tutti hanno lo scopo di ispirare a fare lo sport, in modo diverso ma sempre con il divertimento e la passione che anima persone autentiche.
Ora Giacomo ha davanti un altro Ironman 70.3 (in Marocco) e poi la Maratona di Firenze – l’appuntamento dell’anno per gli ASICS Frontrunner. E poi?
E poi chissà quante altre vite vivrà questo ragazzo di Carate Brianza che non riesce mai a stare fermo e che mette moltissima passione nell’aiutare gli altri a raggiungere i loro obiettivi.