Ecco il secondo racconto selezionato per il progetto Brooks #TellUsYourHappyStory. Una storia di grande trasformazione. Non solamente per il suo protagonista – Francesco Sanna – ma anche per tutte le persone che lo conoscono e che, in tenuta da running, condividono con lui qualche chilometro.
Potremmo raccontare molte cose di Francesco, molti di noi hanno la fortuna di conoscerlo, di aver corso con lui, di averlo visto partecipare a qualche gara. Ma la cosa che maggiormente accomuna tutte le storie che lo riguardano è il suo dilagante entusiasmo (e il suo legame con il cucciolotto Cane Marzio).
Francesco ti fa apprezzare il lato divertente della corsa, ti prende in giro, ti affianca e ti sostiene quando ne hai bisogno. L’abbiamo visto scortare amici per quarantadue chilometri, dando sostegno passo dopo passo.
Perché il suo modo di vedere la corsa va ben oltre il tempo che impieghi per arrivare al gonfiabile dell’arrivo. Francesco vive la corsa come una cosa che cambia la vita e un motivo c’è.
Ma è meglio se lo ascolti dalle sue parole.
La mia storia inizia un giorno preciso: il 25 ottobre 2015. Uscivo dall’ospedale, pesavo 80 kg e avevo delle dipendenze.
Proprio quel giorno, un’amica mi consigliò di fare una corsetta: è stato un vero colpo di fulmine per questo sport e, da quel momento, non ho più smesso. Oggi, i vuoti enormi che avevo (e che in qualche modo tutti hanno), grazie a Dio, li ho colmati con questo sport che, per me, è diventato davvero parte integrante e stile della mia vita.
Ma non mi sono solo innamorato della corsa in sé, perché sono entrato a far parte di un mondo, di una enorme famiglia!
Ho conosciuto tantissime persone che – per i motivi più diversi, poco importa quali – hanno iniziato a correre. L’unica cosa che conta è che mi sento nel mio ambiente e non corro solamente per il “gesto atletico”.
L’ambiente è favoloso, fatto di sorrisi, di gente onesta, di dinamicità. Non è neanche più uno sport, è una magia; non so cosa succede quando corriamo, quando ci incontriamo e quando facciamo tanti chilometri. È proprio magico.
E questa magia – come la ricevo – cerco di trasmetterla più che posso, perché, come la corsa ha aiutato me, voglio essere uno strumento per migliorare non solamente la mia vita ma anche quella degli altri.