Il piccolo aereo del volo Johannesburg – Maseru inizia la sua discesa per l’atterraggio e il paesaggio montagnoso si rivela in tutta la sua bellezza e asprezza al di sotto delle nuvole. Il Lesotho è un piccolo paese interamente circondato dal Sud Africa e non c’è da stupirsi che gli unici voli che atterrano a Maseru, la capitale, partono da Johannesburg; è per la maggior parte montagnoso, con la capitale situata a 1600m d’altezza su un altopiano fertile di mais, sorgo e grano. È l’inizio dell’inverno, per cui l’aria è molto fresca e il cielo è terso con qualche nuvola pannosa qua e là. Le stradine in città sono animate da una tranquilla vivacità tipica dei paesi di montagna: la maestosità del paesaggio montagnoso pone un velo di pace al brusio delle auto e al chiasso dei venditori ambulanti.
La mia corsa inizia alle 5:30 del mattino quando la città è ancora immersa nelle ultime ore del buio mattutino. Vista la temperatura, indosso una maglia a maniche lunghe e vado a passo spedito per scaldarmi un po’.
Corro lungo una strada principale poco frequentata a quest’ora del mattino che costeggia un lungo parco: gli alberi e gli arbusti sono immersi nella bruma mattutina e trasmettono un che di spettrale. Con un cambio di direzione, mi inerpico su una piccola collinetta e mi addentro verso una parte più abitata della città: le stradine sono ordinate e le piccole e basse casette colorate sono fatte di argilla e la maggior parte ha tetti in lamiera. Per la strada ci sono per lo più donne avvolte in pesanti cappotti sotto i quali spuntano gonne lunghe e colorate.
Mi chiedo dove siano dirette, quanta strada fanno a piedi prima di raggiungere il posto di lavoro e a che ora rientreranno a casa. A poco a poco iniziano a comparire più macchine e colorati pulmini collettivi che si accostano un po’ a caso ai lati della strada per caricare e scaricare persone. La città inizia a svegliarsi, e con essa la vita per strada. Sui marciapiedi le donne sistemano i baracchini e accendano i bracieri sui quali grigliano pannocchie o preparano il pap, tipica polenta di mais che costituisce il pasto principale di buona parte d’Africa. Alcuni baracchini hanno anche basse seggioline dove gli uomini si siedono per sorseggiare thè o caffè mentre consumano la colazione e si scaldano vicino al braciere.
Raggiungo il punto più alto di questa strada cittadina e proseguo lungo un’ampia curva che costeggia l’altopiano: sembra che la città finisca qua e che al di là della strada ci siano solo prati, rocce e montagne. La posizione non potrebbe essere migliore perché al di là dell’orizzonte, oltre le montagne così vicine, spunta il sole e i colori dell’alba sono meravigliosamente caldi. Mi fermo per scattare alcune foto e proseguo, ma no, mi fermo ancora perché voglio catturare le diverse sfumature di quest’alba. Sorrido: non credo si possa far altro di fronte a cotanta bellezza. Quindi volto le spalle al sole e, tutta discesa, mi dirigo verso l’hotel per proseguire questa giornata che non poteva iniziare in modo migliore!
Cristina Lussiana
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