Ho passato le ultime dodici settimane a preparare la Maratona di Lisbona. Ho corso molto ovviamente, ma, soprattutto in alcuni casi almeno, ho corso bene. Bene nel senso che ho rispettato i dettami di Charlene, la mia tabella di allenamento, quasi alla lettera. Ho corso quasi tutte le lunghe distanze previste (farò l’ultimo lunghissimo domani) senza troppi grossi problemi e mi sono anche un po’ meravigliato in alcune occasioni per la (relativamente) poca stanchezza o per la (sempre relativamente) buona media per chilometro tenuta. Ho anche avuto modo di fare un po’ di corse tranquille ed in compagnia, che è una cosa che mi fa sempre molto piacere indipendentemente dal passo che si mantiene. Nel momento in cui scrivo questo articolo, mancano esattamente trenta giorni alla gara, e comincio a fare un po’ di check sul mio stato fisico e mentale e ad entrare in quel mood da “conto alla rovescia” che caratterizza ogni data importante segnata sul calendario. Dal punto di vista fisico, ahimè, non è che abbia migliorato tanto per quel che riguarda la questione peso. La realtà forse è che non mi sono impegnato come avrei dovuto e potuto, un po’ perché è stato un periodo parecchio intenso di lavoro, in cui ho avuto occasione di pranzare in maniera adeguata solo in pochi casi, un po’ perché quando pure avrei potuto fare un po’ più attenzione ho invece ceduto a qualche peccato di gola. Niente di irrimediabile in trenta giorni, ma temo dovrò rinunciare alle mie amate paste alla crema per un po’ a colazione, e magari a qualche pizza di troppo alla sera. Nella mia ottimistica idea di qualche settimana fa, a questo punto avrei dovuto avere inoltre, oltre a quello fisico, anche uno stato mentale adeguato a correre una Maratona. Non sono ancora certissimo sia così, però è anche vero che nella vita di un corridore amatoriale correre non può essere realmente la priorità, per cui con Charlene ci siamo dati ancora un po’ di tempo prima di – eventualmente – adeguare il piano dell’ultimo mese di allenamenti. Ho pertanto cerchiato sul calendario la data della prossima domenica (un altro conto alla rovescia!), in cui correrò l’Alghero Half Marathon (ci sarai? Ci vediamo lì?), come ultima possibile per decidere se cercare di limare al massimo il tempo ottenibile o se partire per il Portogallo senza caricarmi di troppe aspettative. Ad Alghero farò nuovamente (spero meglio dello scorso anno) il pacer dell’ora e trenta insieme al collaudatissimo Tore, per cui sarà più che mai un buon test, importante per capire come siano le mie condizioni sia durante che dopo una gara.
Ad ogni modo, qualsiasi sia il risultato del test algherese, ho per Lisbona il solito obiettivo che conto di raggiungere in ogni gara – Maratona inclusa -, quello di divertirmi. Ogni tanto, soprattutto nei momenti in cui mi sembra di star facendo più fatica durante gli allenamenti, cerco di focalizzare questo pensiero, di ricordarmi che corro Maratone per questo: arrivare col sorriso. Manca soltanto un mese e sarò di nuovo lì, su una linea di partenza, pronto per emozionarmi in ciascuno dei quarantaduemilacentonovantacinque metri del percorso che costeggia l’Atlantico della capitale portoghese.
– Vuoi partire con le tue solite chiacchere, ad Alghero?
– Vediamo Charlene, non vorrei esagerare all’inizio, dici che dovrei chiacchierare da subito?
– No, era una cosa ironica, pensa a correre.
– Ok, non parlo. Non troppo almeno, dai.
[CONTINUA?]
Sempre fortissimo, leggero, simpatico e con “lo spirito giusto”: sei un Grande, Pietro!
Un abbraccio, se ripassi da Reggio Emilia, questa volta ci becchiamo.
Ciao
Grazie mille Paolo! Speriamo ci sia occasione! Un abbraccio!
Anche a te!!!