Riprendere a correre dopo una Maratona è quanto di più bello possa esserci. Dopo settimane (no, mesi) di allenamenti mirati esclusivamente al poter correre per quarantaduemilacentonovantacinque metri di fila al massimo delle tue possibilità, il poter andare a correre senza pensieri e senza dover badare ai bip dell’orologio è davvero ciò che nella mia testa si avvicina di più all’idea di divertimento. Se poi alla Maratona avevi ottenuto un risultato inizialmente immaginato come irraggiungibile può anche succedere che ti lasci anche andare ai peccati di gola, che tanto poi vado a correre (non funziona così in realtà, proprio no). Il periodo euforico post-gara è quasi del tutto scemato, anche se ogni tanto riguardo ancora le foto della corsa e soprattutto il tempo sull’orologio, ed ho anche iniziato ad adocchiare alcune altre Maratone che mi piacerebbe correre. In queste ultime settimane ho letto tante storie bellissime sul RunLovers Club (no aspetta, cosa vuol dire che non sei iscritto?) ed oltre alle blasonatissime ed alle Major che, ovviamente, sono sempre nella lista (qualcuno ha detto Boston o New York?), ne ho adocchiate un altro po’ che vorrei un giorno poter fare. Obiettivi a lunghissimo termine e senza pretese, con la voglia di andare più che altro a visitare posti nuovi e raccogliere ricordi. Charlene (è la mia tabella di allenamenti, le ho dato un nome ed una personalità, un po’ come fosse un vero allenatore) dice che potremmo provare nuovamente a correrne una intorno alle tre ore, ma un minuto in più o in meno non cambierebbe niente, credo di potermi ritenere più che soddisfatto già per quanto fatto sino ad ora. Ho ricominciato a correre circa quattro anni fa e mai avrei immaginato che la corsa potesse regalarmi tanto. Mi ha chiesto parecchio in termini di impegno e fatica, questo è sicuro, ma mi ha reso tutto con gli interessi. È una delle cose più belle di questo sport, che per tanti (per me di sicuro, per te?) è diventato un modo per riuscire a gestire al meglio anche tutta quella parte di vita che sta fuori dalla corsa e che magari prima di iniziare a correre ci sembrava così difficile da portare avanti. La corsa è sincera, si dice spesso, non ti consente di prendere più di quanto non meriti e ti restituisce quello che le dai. Un po’ come ha fatto con Kawauchi e la Linden, trionfatori sicuramente non favoriti alla 122esima Maratona di Boston, artefici di un piccolo grande miracolo che li ha portati a posizionarsi sulla linea di partenza, guardare il cielo che mandava giù secchiate d’acqua e dire: “oggi è il mio giorno”, e poi affrontare la solitudine del Maratoneta fino a tagliare il traguardo sfiniti. La corsa ha richiesto loro tanto, ma gli ha reso molto di più. Non sono tanto diversi da te e me, in questo. Questo mi piace davvero tanto, perché seppure in alcuni casi conti anche la fortuna (o la sfortuna), sai che se riesci a raggiungere un risultato te lo sei sudato e puoi essere fiero di te stesso, e questa consapevolezza te la porti dietro anche nella vita di tutti i giorni e nel relazionarti con le persone. Quindi eccomi qui, un mese dopo la Maratona di Cagliari, a fare i conti con un paio di chili di troppo (provate a dire voi di no ai ravioli di casa Paschino dopo che per settimane siete stati a dieta) e una Mezza Maratona alle porte. La prossima domenica, infatti, correrò per la quarta volta la Chia Laguna Half Marathon, probabilmente la gara più bella e dura della Sardegna. Non ho alcuna ambizione di tempo, mi piacerebbe stare all’incirca nel mio tempo standard per le mezze, ma quella di Chia è una gara con molto dislivello e basta un niente perché i piani vadano in fumo. Complice anche lo stato di forma non al massimo mi sono quindi già messo l’animo in pace per eventuali défaillance e punto soltanto a godermi ogni metro di corsa. Per non arrivarci spompato del tutto ho messo giù una mini-tabella con qualche corsa con ripetute, allunghi e test del passo gara, sono andate bene e sono abbastanza tranquillo sul poterla chiudere senza affanni, vedremo un po’ cosa dirà la strada. In questi ultimi giorni prima della gara farò qualche corsa leggera e un solo giorno farò delle ripetute sui tremila, poi scaricherò un po’ e qualunque cosa venga fuori nei saliscendi spezzagambe di Tuerredda andrà bene. Mi piacerebbe fare una delle corse di scarico della prossima settimana con Nicola Bottosso (ultramaratoneta e ideatore della Coast to Coast che corre in Sardegna per portare in giro per l’Isola il messaggio della Rete di Emma a sostegno della ricerca per la cura dei tumori infantili) che il 26 alle 19.30 partirà da Tortolì toccando Dorgali, Buddusò ed infine San Teodoro per un totale di circa 185 chilometri, ma non so ancora se il lavoro me lo consentirà. Purtroppo movimentarsi in Sardegna è sempre un po’ complesso se si ha poco tempo a disposizione, ma la causa è di quelle davvero buone e son certo che una decina di chilometri in compagnia farebbero bene anche al morale di Nicola (conterranei runner e non, se avete la possibilità, andate a dargli un po’ di supporto!). Vedremo un po’ se mi riuscirà di andare o meno, lo spero davvero.
Oltre alla Mezza Maratona a Chia si correranno anche una dieci ed una cinque chilometri (e nei giorni precedenti anche una granfondo di ciclismo ed un triathlon 70.3), se ancora non hai la mezza nelle gambe potresti venire per una delle due gare più brevi (che tra l’altro sono in piano, a differenza della mezza!), il panorama, la medaglia ed il ristoro valgono il viaggio. Domenica mattina se ci sarai potremmo vederci per una foto e due chiacchere al gonfiabile, e magari anche per fare un po’ di riscaldamento prima della gara.
Ci vediamo lì?