“Io, Fenice”, il libro di Sara Dossena è probabilmente il caso letterario dell’anno per quanto riguarda gli appassionati di corsa. Anzi. La stessa Sara Dossena è probabilmente il personaggio dell’anno per quanto riguarda il mondo della corsa. Almeno per quanto riguarda gli ultimi 12 mesi.
Il suo esordio alla Maratona di New York, il 5 novembre 2017, è stato un momento bellissimo per chiunque sia appassionato di running e lo è ancora di più se si conosce la storia di Sara e la strada che ha percorso.
Una strada promettente fin da quando era giovanissima e disseminata di infortuni. Una strada che ha trovato la sua realizzazione in un grande coach, in una “deviazione” (meravigliosa) verso il triathlon, e continue ripartenze e traguardi.
Ma il libro non è una cronaca di risultati e nemmeno il racconto di un’atleta che vuole autolodarsi. Anzi.
Su “Io, Fenice”, Sara ci accompagna – fisicamente – nella sua Maratona di New York, ci permette di seguirla e parla con noi. Come tra amici.
L’espediente letterario infatti è molto bello: è la cronaca della sua Maratona, accompagnata da mille digressioni, mille flashback, mille riflessioni. In cui Sara non vuole insegnare niente a nessuno e – proprio per questo – insegna moltissimo. Un racconto in cui conosci Sara Dossena attraverso i suoi pensieri e per come la vede Maurizio “Brass” Brassini, il suo coach; una sorta di diario in cui gli eventi e le riflessioni vengono raccontate quasi fossero delle registrazioni audio, con un linguaggio diretto e senza filtri, come fosse una chiacchierata informale, semplice, sincera.
Un libro veloce da leggere, piacevolissimo, interessante che ti consiglio. Ecco com’è “Io, Fenice” di Sara Dossena (con Maurizio Brassini e Francesca Grana).