Il metodo dei piccoli cambiamenti (per cambiare molto)

Cambiare abitudini è difficile ma è più semplice di quanto si pensi cambiando piccoli comportamenti quotidiani. Ecco come farlo.

B.J. Fogg è uno psicologo e ricercatore della Stanford University. Da vent’anni studia la psicologia comportamentale e cerca di capire come modificarla per migliorarla. Cerca insomma di capire perché ci comportiamo in certi modi e non in altri e cosa ci motiva. Parlando di motivazione non ci vuole molto a capire che si finisce a parlare anche di quelle che ti cambiano la vita, tipo decidere di iniziare a fare uno sport. E non solo di iniziare: di continuare a farlo, che è la cosa più importante.

Hai mai avuto un amico che si è iscritto in palestra e per un mese non ti parla di altro se non dei suoi progressi e del peso perso e di come si sente bene? L’hai forse rivisto dopo sei mesi e non ne parlava più? Ci sono buone possibilità che nel frattempo abbia smesso di andarci perché faceva troppa fatica, perché non otteneva i risultati sperati ecc. Le motivazioni a fare qualcosa possono essere molteplici e spesso, purtroppo, sono meno forti di quelle a *non* fare qualcosa.

Il problema, si è detto Fogg, forse non è la naturale resistenza dell’essere umano al cambiamento di abitudini ma piuttosto del come decide di cambiare: l’errore non sta nel provarci ma nel come lo si fa. Ci si pongono obiettivi troppo ambizioni (“Voglio correre una maratona fra un mese” – e non hai mai corso in vita tua) e facendolo e inevitabilmente fallendo ci si demotiva. Forse, ha ragionato Fogg, se gli obiettivi fossero meno ambiziosi e più gestibili si potrebbero ottenere più facilmente risultati interessanti.

Un altro professore, Lehan Stemmet, fa notare che il modo più efficace per modificare i comportamenti non è quello di cambiarli radicalmente ma di agire indirettamente sulle abitudini: cambiare piccole abitudini induce cambiamenti più radicali attraverso il meccanismo delle piccole gratificazioni. Facendo piccole cose – e riuscendoci soprattutto – premiamo il nostro cervello e ci sentiamo capaci di cambiare, anche se nel piccolo. La forza di queste modifiche apparentemente marginali aile abitudini nel tempo genera modifiche più radicali al comportamento generale.

Ok, ma come faccio?

Come ti abbiamo consigliato più volte, potresti agire modificando certe abitudini (tipo cambiando strada o lavandoti i denti con la mano con cui non sei abituato a lavarli) oppure potresti aderire al programma ideato da Fogg, chiamato non a caso “Tiny Habits” e cioè “Piccole abitudini”. È semplice, richiede poco tempo e sforzo e dura solo 5 giorni. Inoltre non saresti solo perché un tutor ti segue e ti consiglia, ovviamente solo in lingua inglese. Suggerendoti o chiedendoti un’abitudine sulla quale vuoi lavorare, la richiesta è di applicartici per soli 5 giorni, per poi valutarne i risultati.

Celebrati!

Una parte del programma ti farà forse alzare un sopracciglio ma nella mente di chi l’ha ideato è molto importante: anche se le abitudini che cambierai sono piccole, quando ce la farai dovrai celebrarti con una pacca sulla spalla. Davvero. Hai fatto qualcosa di cui andar fiero e la celebrazione è parte della terapia perché sancisce e “fissa” il successo.

Potrai poi estendere questo metodo non solo alle abitudini quotidiane ma anche a quelle più impegnative, tipo la corsa. Un chilometro in più, non prendere mai l’ascensore, non mangiare il dolce. Piccole cose quotidiane che dovrai fare con metodo e soprattutto celebrandoti.

Piccoli passi che, poco alla volta, modificheranno abitudini vecchie di anni. Perché anche il muro più resistente è fatto di piccoli mattoni.

(Photo by Alex on Unsplash)

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