I primi cinque minuti

Sono quelli in cui pensi di non farcela. E invece sai già come va a finire.

Da quando ho iniziato a correre molte cose sono cambiate e suppongo sia capitato anche a te (se corri da un po’): fai meno fatica a fare la stessa strada, ci metti meno tempo, recuperi più velocemente e i muscoli sono indolenziti meno a lungo. Fa tutto parte dell’adattamento del fisico a un cambiamento di regime: da sedentario ad attivo. Non solo il tuo corpo si è modificato ma si è anche abituato a fare sforzi con meno sforzo – perdona il gioco di parole: per fare la stessa cosa oggi impieghi meno energie di quante te ne servissero all’inizio.

Eppure c’è una cosa che non cambia mai, o almeno per me. Io li chiamo “i primi cinque minuti”. Forse sono anche meno, forse il tutto si traduce in qualche centinaio di metri fino ad arrivare alla solita curva a destra che faccio ogni volta che mi alleno (sì, sono metodico, o pigro, sarebbe meglio dire). In quel tratto di strada lungo qualche centinaio di metri penso ogni volta “Non so mica se c’ho voglia oggi”. Ormai ogni volta che mi accorgo di fare questo pensiero ne sorrido perché so benissimo come va a finire: finisce che arrivo alla curva, giro a destra e continuo a correre almeno per un’ora.

Deve trattarsi di nostalgia per il mio io del passato, quando capitava qualche volta, specie all’inizio, che mollassi. Ebbene sì: se hai appena iniziato a correre sappi che anche io ho mollato qualche volta. Ma sono qui a dimostrarti, come decine di migliaia di altri runner, che puoi superare quei fatidici 5 minuti e continuare a correre oltre, molto oltre.

Nostalgia dicevo: esatto. Perché ero più giovane, perché ero diverso. Non so se peggio o meglio: fisicamente di certo stavo peggio e se ora mi sento più forte lo devo solo e tutto alla corsa. Eppure conservo con gelosia quella sensazione che dura un attimo, che è un pensiero sempre più debole: di non avere la forza di farcela e neanche la voglia.

Siccome a quelle prima corse ne sono seguite centinaia di altre però so già come andrà a finire: che correrò, ovvio.

Perché ti sto raccontando questo? Perché sono curioso di capire se anche a te che corri da anni o decenni ti capita ancora di pensare che non è giornata e di mollare tutto prima ancora di iniziare. Ma parlo anche a te che hai appena iniziato e non vedi molti progressi e ti pare sempre di fare una gran fatica senza averne niente in cambio. A te non faccio una domanda ma voglio rassicurarti su una cosa: quella sensazione forse non ti abbandonerà mai ma da dominante e molto persuasiva diventerà quasi impercettibile. Oppure si trasformerà in una tranquillizzante presenza. Quella che ti fa rispondere a quella insistente domanda sul “Ne vale la pena? Ma ne hai poi voglia?” in un rotondo: “Certo che ne ho. Ci vediamo qui fra un’ora: ora scusate ma devo andare a correre”.

(Photo by Yeshi Kangrang on Unsplash)

 

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17 Commenti

  1. A me capita praticamente tutte le volte; quasi inizio a pensare che sia un rito obbligatorio. Comincio a prepararmi chiedendomi “arriverò fino in fondo?” e appena parto a correre mi rispondo “dai, al massimo cammino!” ma nella mia testa so già che non succederà e che arriverò in fondo (viva) e soddisfatta. Anche io ho un passato sedentario e un’indole scostante. E ogni volte mi stupisco della determinazione che sfoderato con la corsa!

  2. Verissimo! Grazie per questo articolo! Veramente hai descritto anche me! Io i primi 5 (forse anche 10), mi dico….ma perchè lo faccio? In realtà so benissimo perchè e quanto starò bene. Grazie ancora e buona giornata. Agata

  3. è proprio così Martino. per me sono i primi 3 Km ad essere terribili, i miei unici pensieri sono: oggi sono stanco, non ce la faccio, me ne torno a casa, ma chi me lo ha fatto fare. poi, all’improvviso, ma veramente in un istante come se l’interruttore girasse da off a on, penso solo alla strada che ho davanti e correrei all’infinito. ne ho parlato con molti amici runner e mi sono reso conto che abbiamo tutti la stessa sensazione. bisogna solo aspettare che l’interruttore scatti.

    • La sensazione di poter andare avanti all’infinito a me capita spesso dopo la prima metà di corsa quando ho sciolto le gambe e sono “in botta” come dire. Quando correre diventa una cosa piacevole e basta. Sensazione stupenda!

  4. Grande Martino! Come sempre complimenti per l’articolo: al solito hai centrato un bel discorso.
    Nella corsa è vero, di solito arriva “quella vocina” nei primi cinque minuti, con i muscoli delle gambe che si lamentano e magari i pensieri rivolti altrove o allo stress della giornata, o al caldo o al freddo… o al “chi me lo fa fare” – ma poi… lo faccio!
    In MTB invece, il pensiero viene e va, magari prima o durante un bel salitone.
    Comunque alla fine, nonostante tutto, è bello affrontare e “battere” le vocine ed i pensieri ostili: fa parte del gioco. Ci sta!
    E alla fine dell’allenamento le endorfine ringraziano.

    • Esatto, concordo su tutto. E dici anche un’altra cosa verissima: i primi 5 minuti valgono per le corse in piano ma nel trail sono 5 minuti qui, poi 5 là, poi altri 5 dopo… Superare tutti questi piccoli/grandi ostacoli mentali fa parte della sfida! :)

  5. Almeno fino al primo chilometro…poi più vado avanti e più vorrei continuare, ma non si può…comunque ne vale sempre la pena “iniziale”.

  6. Ahimè, ero partita, avevo preso un bel ritmo, con il programma di avviamento alla corsa (dunque ancora appena una mezz’ora in tutto, ad allenamento), ho potuto apprezzare i benefici psicofisici e l’energia che questo stile di vita mi ha donato, ma da venti giorni una brutta distorsione mi ha interrotto l’idillio…che rabbia! Adesso vorrei riprendere, mi manca quello stato di benessere e ho paura di non poterlo più fare, duole ancora un po’ e temo che più passa il tempo e meno avrò “il coraggio” di ricominciare da capo… :-(

    • Datti tempo, recupera senza fretta, riprendi gradualmente e ascolta molto il tuo corpo: tutto tornerà come prima ;)

  7. Io ho cominciato da pochissimo a correre, e, quesi 5 minuti, nel mio caso, sono un po’ di più e non penso di non farcela, questo non lo penso mai nella vita. Penso di peggio!
    Mi vedo la signora nera con la falce in mano.
    Poi va via, per fortuna. Ora la vedo un po’ più lontana e di rado, ma se disgraziatamente, mi capita di dover saltare due giorni di fila, la vedo un’altra volta, è da vicino.
    Quindi sì, meno drastici e per me consolatori i tuoi cinque minuti, ma credo di viverli nch’io.

    • Mamma mia che visione tremenda! Ahah, scherzi a parte, deve essere un piacere, ci mancherebbe. La nera signora non ti prenderà!

  8. Bellissimo articolo!! Io corro da un anno, ora anche 5 o 6 volte a settimana..e hai scritto proprio le sensazioni che provo ancora. Tutte le volte che esco a correre, il primo tratto di strada, proprio prima di arrivare alla prima svolta a destra, i pensieri sono quelli: ma chi me l’ha fatto fare? Va beh, se proprio cammino e torno a casa. Eppure ogni volta arrivo alla fine che ancora vorrei andare avanti. Bellissimo! Pensavo di non essermi ancora abituata in un solo anno di corsa..che bello scoprire queste cose..grazie!

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