Se percorri la A1 da Roma verso Firenze e guardi fuori dal finestrino non puoi non assalirti la voglia di uscire al più presto e andare a visitare quel borgo arroccato che hai visto poco fa o quel castello che vedi all’orizzonte. E quella chiesetta con quel viale di cipressi regolari non ti invitano a una breve visita? Il centro Italia è pieno di piacevolissime distrazioni alle quali non abbiamo saputo resistere.

Sulla strada da Roma a Firenze abbiamo quindi deciso di deviare per Orvieto arrivandoci però per tortuose strade provinciali. Dove ovviamente c’erano altre cose a cui era impossibile resistere. Viaggiare in queste parti d’Italia è un po’ come usare uno zoom: in autostrada vedi tutta l’immagine e non appena esci zoomi un po’ di più. E sulle provinciali, dove vai anche più lentamente, vedi ancora più dettagli: i fienili, i casali, la dolcezza delle colline.
Ovvio, no?

Che l’Italia sia quasi fastidiosamente bellissima è una cosa risaputa e quindi oggi non voglio raccontarti di come sia bello percorrerne il centro fino ad arrivare a Firenze. È possibile infatti che finirei per dirti cose ovvie che sai benissimo.
Siccome è domenica invece ho deciso di fare la predica, ma non evocherò castighi mortali o fiamme infernali. Dirò una semplice cosa: non dare mai niente per scontato.

Ci pensavo guardando i nostri straordinari centri storici e osservando come ci si muovevano gli abitanti e i turisti. Noi diamo per scontato che si possa vivere in case che hanno 600 e passa anni ma a visitare questo paese vengono persone che vivono in luoghi in cui la costruzione più antica ha 100 anni. Mentre la nostra ha qualche millennio. Non voglio fare la classifica a chi ce l’ha più vecchio ma farti riflettere su una cosa a cui pensavo correndo a Orvieto o a Roma o a Firenze: quella che per noi è normalità per altri è una roba da perdere la testa. Viviamo in un luogo stupendo che non vediamo quasi più. E uso le nostre città e i nostri paesaggi come metafore per dire di quante cose diamo per scontate nella vita: gli affetti, la salute, la serenità, se si ha la fortuna di averla.

Averne un rapporto più sano significa sapere ogni giorno che ci sono. Non dico ringraziare il sole perché ci ha illuminati anche oggi – anche se pure quello ha un significato simbolico che magari un giorno analizzeremo, e non è solo una roba new age – ma prova immaginare anche solo per 5 secondi al giorno che non ci siano più. Il valore delle cose e delle persone è misurato dalla loro mancanza. Immagina che improvvisamente Firenze scompaia, che i cipressi di Bolgheri vengano sradicati da un mostro malvagio, che le tue gambe non corrano più. Ci è dato molto ma niente è scontato.


Bene, come predica mi pare possa bastare. Buon pranzo o buona domenica con chi ami. Anche sottovoce sussurra un solo “Grazie”. Fa stare benissimo e non fa sentire scemi, studi medici lo confermano.
