Se non ti diverti, cosa corri a fare?

Provateci voi a chiacchierare con Andrea Toso senza ridere o sorridere.
La sua simpatia è travolgente, così come la sua passione per la corsa.
“Se non ti diverti, dice, cosa corri a fare?”

Andrea Toso, 44 anni, di Treviso. Un metro e 92 di altezza per 86 Kg. Cosa c’entri tu con la corsa?

Difficile da credere eh? Beh, non è stato immediato iniziare a correre. Non ho certo il “physique du rôle” del maratoneta. Prima giocavo a basket, ovviamente, ma quando nel 2008 è nato mio figlio ho avuto l’esigenza di trovare uno sport alternativo, non di squadra, che non mi richiedesse allenamenti programmati, per poter dedicare del tempo alla mia famiglia. Così mi sono avvicinato alla corsa.
La testa da sportivo però è rimasta la stessa. Volevo fare le cose per bene e, soprattutto, trovare il modo di ottimizzare la mia corsa, per spendere meno energie possibili, visto che con la mia conformazione non me lo potevo permettere. Venivo dal basket, quindi dovevo trasformare la mia corsa “esplosiva” in una corsa di resistenza.

Così ti sei applicato…

Letteralmente, sì. Ho rispolverato gli studi del liceo scientifico e della facoltà di Ingegneria. Ho adattato il concetto di parabola al movimento della corsa, per cercare di capire quale potesse essere quello ottimale. Mi è venuto in aiuto il mio Garmin con le sue dinamiche di corsa avanzate: ho analizzato la frequenza del passo, la lunghezza e l’altezza, fino a capire che il movimento migliore era quello più sull’asse orizzontale che su quello verticale.

E i risultati sono arrivati?

Direi di sì. Ho un personale sulla 21 km di 1h25’ e di 3h07’ sulla maratona.

Al tuo attivo hai anche un 313° posto su 12 mila partecipanti alla Fisherman Strongman Run, la mitica corsa ad ostacoli, nata in Germania e sbarcata, nel 2012, anche in Italia.

Sì, quella è stata una bellissima esperienza, al di là della gara e del risultato. Siamo andati con la squadra di Manlio Gasparotto, un gruppo fantastico, ed è stato come in gita. Che bello! Mi sembrava di essere tornato a 16 anni, a scuola. Siamo anche partiti da Milano in pullman.

Poi però sono arrivati gli infortuni…

Non tutto il male vien per nuocere. Dover sospendere la corsa mi ha permesso di allargare i miei orizzonti: ho iniziato a nuotare, a pedalare, a fare le prime gare di triathlon. Poco alla volta mi sono avvicinato allo sprint e all’olimpico, anche se al momento più che fare gare, mi alleno. Troppi pensieri che girano per la testa, mentre per gareggiare, soprattutto nel nuoto, serve concentrazione.

Solo nel nuoto?

In gara sì. Anche nella corsa in realtà. Ma per quella ho trovato un metodo tutto mio, una sorta di meditazione, soprattutto quando devo affrontare delle lunghe distanze. Scollego la testa dal corpo e questo mi aiuta a non percepire la fatica. Resto concentrato sul percorso, gli incroci, controllo il Garmin, ma per il resto tutto mi scorre sotto gli occhi senza che la mia mente lo trattenga, concentrata com’è solo sulle cose più importanti. Quando ho corso la maratona di Roma, per dire, ricordo solo il passaggio alla Fontana di Trevi. E sì che di cose da notare a Roma ce ne sono parecchie!

Non hai mai provato, ad esempio, con la musica?

Ho provato anche quella, anche se nel triathlon è un po’ più complicato! Ho iniziato a correre con Aldo Rock alla radio. A volte ancora esco a correre con l’iPod. Ascolto più che altro musica “vintage”, i Pink Floyd, Eric Clapton e poi tanto blues. Io sono un chitarrista, è quello il mio pane. Se sono in vena canto anche. Quando sono arrivato al traguardo della mezza maratona di Treviso, un ragazzo mi ha avvicinato e mi ha chiesto come avessi fatto a correre e allo stesso tempo cantare per 20 km.
Ma, neanche da dire, io mica me lo ricordavo di aver cantato!

E la nuova esperienza con i FrontRunner ASICS?

Quella è arrivata per caso ma, dopo averlo conosciuto, credo molto nel progetto. E’ un bel modo di comunicare l’amore per la corsa, moderno, coinvolgente e più legato alla passione che al cronometro. Una posizione che è molto mia. Sono un runner mediocre e probabilmente non andrò mai a podio ma la passione, quella riesco a trasmetterla, prima di tutto puntando sul look. Alto 1,92mt, con la barba lunga e i capelli come quelli di Telespalla Bob, come si fa a non notarmi? E poi quando corro sorrido sempre, anche se mi sono appena fatto male. La gara è solo la festa finale di tutti gli allenamenti. Perché in fondo noi facciamo sport per questo: per divertirci. Se non ti diverti, cosa corri a fare?

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