Quando hai scritto una pagina importante della storia del rock e quella pagina è stata girata dalla morte del cantante del tuo gruppo ti trovi di fronte a una nuova pagina, completamente bianca.
Dave Grohl si deve essere sentito così dopo il suicidio di Kurt Cobain quel 5 aprile 1994: un capitolo della sua vita e della storia della musica si era concluso perché era evidente che i Nirvana erano soprattutto Cobain e che non ci sarebbero stati più i Nirvana senza di lui. Di fronte a sé una pagina da scrivere e un’eredità pesantissima da gestire.
Quando ascoltai la prima volta i Foo Fighters pensai quello che molti pensarono: non sono i Nirvana e si sente che manca Cobain. Ma avevo sottovalutato moltissimo un fatto per niente secondario: Grohl non era solo “uno dei Nirvana”, non era uno che suonava la chitarra o si dilettava con la batteria. Grohl era ed è un grandissimo musicista e, alla fine, un artista integrale. Uno che deve esprimersi con la musica non per farci i soldi ma perché ha un sacro fuoco che lo anima.
I Foo Fighters non erano i Nirvana e per fortuna, aggiungo. I FF sono sempre stati altro: nati come side project di Grohl già quando era ancora parte dei Nirvana, divennero inaspettatamente lo strumento con cui iniziò a scrivere quella pagina bianca. Scegliendo un registro musicale completamente diverso che dimostrò la sua maturità artistica, quella ciò che gli permetteva di essere fottutamente serio, oscuro e gotico, ironico e scanzonato. I FF possono suonare cose pesantissime o fare video truccati da donne e fare i cretini perché la complessità della personalità del loro leader glielo permette. Perché non è incoerente a cantare cose tristi o cose allegre, non lo è a declinare il riso in amaro o in scanzonato. È semplicemente Dave Grohl, il leader di una band che fa dell’ottimo, solido, potentissimo rock. Forse una delle poche rimaste che riesca a generare in certe tracce un’onda d’urto di portata colossale, come nello straordinario video di The Pretender, non a caso una delle loro canzoni più famose e celebrate (e ottima per correre!).
Ma che è anche capace di farti piangere come un bambino quando suona il piano e qualche strumento ad arco, mentre Dave ti dice che l’unica cosa che gli interessa, alla fine, è essere a casa.
La tua prima casa è chiusa ormai nei ricordi e l’hai lasciata molte pagine fa. Nel frattempo ne hai costruita un’altra bellissima, caro Dave.
(Photo credits Raph_PH)