Theresa Marie Pitts è una mamma di 38 anni del Montana. Di figli ne ha 8, ma per compiere la sua gigantesca impresa ne ha portati con sé solo 3, per l’esattezza i più piccoli. Ok, e cosa c’è di così strano? Beh, non è che li abbia portati con sé ad aspettarla al traguardo: ha corso con Evan (4 anni), Anders (2) e Avi (5 mesi) la Missoula Marathon, spingendoli sul loro passeggino, cioè spingendo più di 68 kg di peso. Il tempo che è riuscita a fare è decisamente sorprendente perché è notevole anche per chi – come molti di noi – la corre senza spingere nessuno ma solo portando a spasso il suo corpo.
Il record del mondo era di 4 ore e 30 minuti e Therese l’ha tenuto sempre a mente durante la gara, seguendo il più possibile i pacers che tenevano quell’andatura. E alla fine è riuscita a batterlo, e nemmeno di un soffio: di ben 5 minuti, fermando il cronometro a 4:25:37.
Non è mai troppo tardi
Therese è relativamente una neofita del running: ha iniziato nel 2013, per combattere una forma di depressione. Subito i suoi bambini più piccoli si sono appassionati e ha deciso di portarli con sé a correre, per coinvolgerli nella sua nuova passione. Che, da donna determinata quale ha dimostrato di essere, le ha permesso di porsi dei traguardi fin da subito: una Spartan Race, un triathlon sprint. Fino alla prima mezza, la Governor’s Cup half marathon a Helena, nel Montana, lo scorso giugno, chiusa con un tempo di 2 ore, 1 minuto e 11 secondi. E un record mondiale di categoria.
Il muro
Come ogni maratoneta che si rispetti, anche Therese ha trovato il suo muro, un po’ oltre il famigerato del 30esimo km: a 32 non ce la faceva più e pensava di mollare. Fino a quel punto tutto era andato per il meglio e le soste si erano ridotte ai rifornimenti e a qualche breve stop per sistemare i figli nel passeggino o per abbracciare il più piccolo. Ma al 32esimo qualcosa ha iniziato a non funzionare più: le gambe non giravano, la voglia di mollare aumentava. Fino a che Therese non ha visto raggiungerla un altro runner che sapeva voleva fare il suo stesso tempo. Anche lui stava per mollare. Di fronte a questa resa lei ha ritrovato il coraggio: “L’ho incitato, gli ho detto che ce l’avremmo fatta. Più lo dicevo, più mi ritornavano le forze. Alla fine ho visto dopo una curva il traguardo e ho capito che ce l’avevo fatta”. Tagliato il traguardo e stabilito il nuovo record del mondo ha avuto anche la forza di alzare in braccio i due più piccoli e celebrare con loro, anche perché erano troppo piccoli per rendersi conto di cosa fosse successo. E anzi: Avi, il neonato di 5 mesi, dormiva pure. Therese infatti ha utilizzato qualche trucco (lecitissimo) per rendere più semplice ai suoi figli l’impresa: il suo ruolo di runner infatti le imponeva di muoversi, mentre quello dei figli era esattamente l’opposto, cioè dovevano stare fermi, o almeno seduti. Per 4 ore e mezza. Difficile con dei bambini così piccoli, e lo sa chi ne ha. Therese ha deciso quindi di “prepararli” a modo suo, stancandoli il giorno prima e mandandoli a letto più tardi, in modo da essere sicura che avrebbero ceduto il giorno della gara.
E ha funzionato alla perfezione.
Ogni cosa a suo posto, grazie alla volontà di una mamma davvero speciale che, oltre che stabilire il record del mondo, ha fatto quello che è più importante per i figli: li ha coinvolti nella sua passione, dividendo con loro un momento di gioia e restituendo loro un po’ della determinazione che di sicuro le hanno dato. Senza nemmeno saperlo.
(Photo credits Theresa Marie Pitts’ Facebook page – via Runner’s World)