Il runner dipendente dalla tecnologia? Ce l’abbiamo!

Diciamolo subito, il tech-geek ha un grosso problema: vorrebbe essere l’uomo bionico ma non è Steve Austin e non ha sei milioni di dollari (e se non sai di cosa sto parlando…). A questa mancanza compensa con una simbiosi uomo-macchina che fa invidia al dipartimento di intelligenza artificiale del MIT di Boston.

Fondamentalmente il runner tech-geek viene acceso ogni mattina dal suo gps. Appena sveglio scarica i dati del sonno dall’app dell’iPhone 17S-Plus (ce l’ha in anteprima, ovviamente), li incrocia col rilevamento della bilancia impedenziometrica, si misura pressione e pulsazioni, li trasmette via Blue-Tooth a WOPR (e se non rintracci la citazione…), visualizza le previsioni meteo sulla retina e solo allora, se proprio è il caso, decide di uscire a correre.

L’abbigliamento è irrilevante, ma ci sono alcuni capisaldi: il polso è pallido e depilato per consentire la rilevazione del battito, così una striscia di torace per consentire la seconda rilevazione del battito. La spalla ha un rettangolo pallido, arrossato dall’eczema, perché la batteria nucleare del 17S scalda un pochetto, e in testa non si rimarginano mai del tutto i segni dei rivetti che fissano la GoProX12SuperHero. L’altro polso è invece una galleria di cimeli “esausti” (nessuno più vecchio di un anno) e soppiantati dal più recente acquisto, il Garmin NCC1701 con funzione wormhole spaziotemporale e diagnostica medica McCoy Mark VII (di nuovo, scusami, ma McCoy lo sai chi è, no?).

Fuori del portone di casa il runner tech-geek affronta la prima fase critica: l’aggancio dei satelliti. In certe giornate di aggiornamento firmware e copertura nuvolosa, runner tech-geek non sono andati oltre questo punto, e si narra di esemplari mummificati nel vialetto condominiale e vestiti da Babbo Natale per le feste.

Il runner tech-geek non è veramente coscienzioso, né gli interessa granché della corsa: più che altro vive per sentirsi Neo prima di prendere la pillola sbagliata; se cammina una decina di minuti non è per riscaldarsi, bensì per calibrare l’allineamento satellitare del gps principale, dei cinque secondari e del “telefono”, per controllare le rilevazioni del battito su tutti i sistemi disponibili, per verificare che lo stabilizzatore iMAX della GoPro SuperSayan funzioni a dovere.

Quando poi inizia a correre, il runner tech-geek è facilmente riconoscibile per svariati tratti caratteristici:
– guarda solo il gps e bisogna scansarlo come un carico sporgente ad alta inerzia;
– suona come un carro del carnevale di Rio per la concorrenza dei sette allenamenti che non è mai riuscito a cancellare da altrettanti dispositivi;
– corre a singulto (il termine tecnico è podista epilettico) per le incitazioni continue e discordanti di voci sempre femminili (a volte, rari casi, quella del compianto Villaggio che gli urla “si muovi, ragioniere!”), del tipo: rallenta! accelera! mantieni! fuori zona! sotto zona! nuovo traguardo raggiunto! chiama il 118! allerta protezione civile! faxa ESA che abbiamo un GO per il lancio! e via dis-correndo.

In caso di fail del gps principale il runner tech-geek prova un profondo malessere esistenziale che di solito dura poco, giusto il tempo di shutdown (suo, non del gps).

Se però riesce a rientrare, si apre la fase più delicata: lo scarico dei rilevamenti, data-mining con la rete neurale dei laboratori JPL, impostazione di ReLive e poi il task più sensibile, cioè le schermate riassuntive da postare su RunLovers. Qui potrebbe essere preso da sconcerto per lo scostamento dei diversi sistemi di tracking: sette metri in più o in meno gli rovinano la giornata, un picco di pulsazioni inatteso ed è il dramma, un VO2max troppo basso in una sola delle periferiche ed è la fine: il tech-geek si metterà in malattia, si registrerà su una dozzina di forum specifici per ingeneri balistici e fisici teorici, e alla fine se ne uscirà con una “Breve storia triste” su RunLovers: “il mio Garmin 9000TXGR16vTurboI.E. non è preciso come pensavo e ha dei problemi di aggiornamento del firmware: avete consigli per il mio prossimo regalo, che Amazon Prime Day si avvicina?”.

Ovviamente qualcun altro risponderà con un sempre valido “cambia gomme, mi sa che sono scariche”, ma questa è un’altra storia (un’altra categoria, a dire il vero).

Per quanto riguarda le competizioni, il tech-Geek corre solo quelle con traccia scaricabile nel gps e altimetria da rilevazioni del servizio segreto (purché militare!). Sotto i gonfiabili della partenza rischia di essere travolto perché s’attarda ad avviare i sette dispositivi differenti; durante la corsa seguirà fedelmente il programma comandatogli dal gps di riferimento o perirà nel tentativo; poco prima dei gonfiabili dell’arrivo, infine, potrebbe anche bloccarsi in attesa, tutto pur di non arrivare in anticipo sulla previsione del suo amato gps: perché tanto ormai sarà chiaro anche a te, che il runner tech-geek non è una forma di vita completamente autonoma né un essere totalmente senziente, bensì uno dei tanti accessori del suo gps.

Età media: 26-48
Genere: 85% maschile – 15% femminile
Velocità: quella del gps più generoso
Distanza preferita: quella del gps più generoso
Socievolezza: tipica da rete neurale
Sopportabilità (1..10): 5
Domande tipiche: anche a te si è inchiodato l’aggiornamento del firmware? come mai il gps X segna 2230 kcal e il gps Y solo 1590? vi è mai capiato che il gps vi sussurri parole dolci durante la notte?

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2 COMMENTS

  1. Ma se a questo “runner bionico”dovesse scappare pipì durante una sessione di allenamento, Andrea tu pensi che piuttosto di fermarsi e dissincronizzare tutti i suoi ultra mega super accessori gps se la farebbe addosso;io credo di si.
    Bell’articolo il mondo è bello perche vario.
    Andy 1953

    • Credo anch’io! :) Ovviamente a un patto: che i suoi sistemi di rilevazione calcolino il peso smaltito e accordino il computo calorico e le previsioni di prestazione coerentemente!

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