Ricordi le HyperAdapt? Ma sì dai, le scarpe di Nike autoallaccianti? Quelle che le infili e ZIIIIP si chiudono da sole? Se non ti suonano nuove è perché ne hai già letto qui e perché le hai viste qualche decennio fa (anche se con un design un po’ diverso) in Ritorno al Futuro.
Da qualche tempo Nike le ha messe in vendita a un prezzo proibitivo (oltre 700 dollari) e il nostro amato Casey Neistat ne ha avuto un paio da provare.
La cosa che mi ha stupito di più della sua recensione (fatta alla Casey, quindi saltandoci e divertendosi ad allacciarle e slacciarle per 200 volte di fila finché le batterie non finivano) sono state le sue impressioni generali e l’interpretazione che ha dato di queste scarpe.
Intanto: sono comode e non ti accorgi che c’è tanta meccanica ed elettronica nascosta per farle funzionare. Se ci rifletti, ci sono dentro le batterie, i motori elettrici e i cavi/lacci e tutte le cablature. Eppure, dice Casey, indossandole sembrano normalissime Nike.
L’altro aspetto è il motivo per cui Nike ha deciso di investire così tanto tempo e denaro in una ricerca che a molti sembrava folle. A chi servono delle scarpe del genere? A chi non riesce ad allacciarsele da solo, per esempio. Secondo Nike infatti, quella inaugurata dalle HyperAdapt è la strada che condurrà a produrre scarpe per chi ha disabilità. Possibilmente meno costose di 700 e passa dollari al paio.
Animato da questo spirito, Casey ha deciso di regalare le sue, ma a un patto: che finiscano ai piedi di chi ne ha davvero bisogno, non di chi ne vuol fare un pezzo da collezione.