Angelica Olmo: sognando Tokyo

Abbiamo ancora davanti agli occhi la sua immagine mentre taglia vittoriosa il traguardo della prova di Coppa Europa. Ma per Angelica Olmo è già tempo di guardare avanti.

Abbiamo ancora davanti agli occhi la sua immagine mentre taglia vittoriosa il traguardo della prova di Coppa Europa. Ma per Angelica Olmo è già tempo di guardare aventi e pensare ai prossimi obiettivi.
Primo fra tutti, quello che è il sogno di tutti gli sportivi: le olimpiadi.

Angelica, torniamo per un attimo a Weert, in Olanda, al traguardo di domenica, la vittoria alla European Triathlon Union Cup 2017. Ti aspettavi questo risultato?

Onestamente no. Sapevo di poter fare bene, perché ultimamente mi sto allenando molto e anche in gara avevo delle buone sensazioni. Pensavo di poter ambire al podio ma mai avrei immaginato la vittoria. Solo il mio allenatore, Luigi Zanlungo, ne era convinto ma sai come siamo fatti noi atleti, un po’ pessimisti e un po’ scaramantici.

In gara però tutto è andato bene.

Sì, e non capita sempre. Ogni gara è a sé, può sempre succedere qualcosa che scombina i piani. Domenica invece tutto è girato per il verso giusto. Sono uscita bene dall’acqua e non mi è mai capitato in una gara internazionale; nella frazione in bici sono riuscita a staccare la francese e quando sono scesa ho gestito bene anche la corsa.

Cosa ha fatto la differenza, secondo te?

L’approccio, credo. Mi sto allenando bene e quindi mi sono presentata in gara tranquilla, sicura dei miei mezzi, cosa che non capita in tutte le occasioni.
Mi sentivo bene, in forma. Ero concentrata su questo obiettivo da inizio anno, perché doveva essere la gara più importante della prima parte della stagione. Ho messo a frutto il lavoro fatto.

Inutile dire che per te la stagione è iniziata ora.

Già, tra il 2015 e il 2016 non sono riuscita a dare continuità alla preparazione. Prima ho dovuto finire la scuola e mi sono iscritta all’università, anche se poi ho deciso di lasciare per dedicarmi al triathlon da professionista e fare di questa passione un lavoro. L’anno scorso sono entrata nel gruppo sportivo dei Carabinieri, quindi ho sospeso gli allenamenti per tre mesi, per la durata del corso. Poi in Germania, in una gara ad Amburgo, ho preso un’infezione. Insomma, tra una cosa e l’altra, nel 2016 sono riuscita a gareggiare pochissimo. Nonostante questo non sono mancati i risultati importanti, come il doppio oro conquistato a Burgas, e relativo titolo europeo Under 23 a squadre e individuale.

E ora che hai ripreso che obiettivi ti sei data?

A medio termine migliorare e raggiungere un buon livello. Ho cambiato un po’ sia l’approccio che le distanze. Sto passando dallo Sprint all’olimpico, che per me è una novità. Ma è importante se voglio iniziare a confrontarmi con gli atleti Èlite, pur essendo ancora un Under 23. Per quanto riguarda le competizioni, punto alla qualificazione per gli europei e per i mondiali under 23.

E a lungo termine?

L’obiettivo, ovviamente, è Tokyo 2020. Le qualificazioni inizieranno a metà 2018 quindi voglio farmi trovare pronta.

C’è qualche disciplina in cui pensi di essere più debole e quindi in cui potresti migliorare?

Direi di no. Non ho particolari debolezze o punti di forza. Il nuoto in acque libere, in generale, mi dà sempre un po’ più da fare, ma più che altro perché alla partenza, tra tanti atleti, non sai mai quello che ti può capitare. Se però dovessi scegliere una delle tre direi la corsa. E’ la mia passione. Ho iniziato così, con le gare di atletica, che amavo molto, e la passione è rimasta. Senza questa non mi sarei avvicinata al triathlon.

Anche per questo sei entrata nella crew degli ASICS FrontRunner Italia?

Esatto. Per me, che comunque vengo dal triathlon, sarà soprattutto un’occasione di crescita personale, che mi porterà a confrontarmi con tanti atleti e persone diverse, ciascuno con la sua esperienza. Agli altri vorrei poter trasmettere la mia passione, essere un esempio e, soprattutto uno stimolo per crederci. Nel nostro piccolo tutti possiamo crescere, con l’impegno e la passione.

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2 COMMENTS

  1. Allora sei “umano” anche tu :).
    Ti stimo davvero tanto come ho avuto modo di scriverti in passato.
    E questo racconto di una corsa andata “male” ti rende ancor più un Vero Campione!
    Come diceva il mio vecchio allenatore di pallacanestro :il bello dello Sport è che c’è sempre un altra partita da giocare ed una sfida da vincere. Soprattutto quella contro noi stessi che corriamo per… un panino!
    Ora è tempo RiPosare/ReCuperare e RiTrovare nuove energie! Grande e Grazie Pietro per quello che trasmetti con i tuoi racconti!

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