Vedere l’alba con occhi diversi

Si dice che la corsa dia dipendenza, ma di quel genere buono però

Una lettera scritta d’impeto da Francesco. Il perché della concitazione lo si capisce leggendola. È breve, rapida e alla fine piena di vita. 

Era ottobre 2015, precisamente il 29 ottobre. Lei stava andando via di casa per sempre, dopo 3 anni di litigi conditi da tanta cocaina.

Sì, ero diventato cocainomane e non me ne ero reso conto. Subito dopo un viaggio a Parigi con due amiche e con l’inseparabile busta di polvere bianca, in me scatta qualcosa: dovevo smettere. Avevo perso la donna più importante della mia vita e rischiavo di perdere il lavoro e forse la salute. La mia autostima era a zero.

Non ricordo esattamente quando ho messo le scarpette, ma ricordo che è grazie alla mia amica Cristina che già correva da un po’ che ho pensato: ma dai, ci provo anche io. È stato un inverno fantastico. Non ho mai più comprato quella merda, i miei week end si sono trasformati da albe uscendo dai locali ad albe uscendo di casa per andare a fare un lungo. Solo o in compagnia ma l’importante è che fosse corsa! Ora è passato un anno e ho già due mezze maratone alle spalle. Amo ancora quella ragazza, ma amo molto più me stesso del resto. E quando sono giù di morale ora le scarpette mi fanno compagnia!

Francesco

(Photo credits Abdiel Ibarra)

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7 COMMENTS

  1. dovrebbero inserire la corsa in tutti i programmi di recupero nelle varie comunità, e la tua lettera potrebbe essere diffusa come un mantra; forse non sarà la soluzione per tutti, ma tu sei la testimonianza che è un’ opportunità in più per riuscire a smettere.
    bravo!

  2. Bravissimo Francesco, sei fuggito da qualcosa che stava divorandoti, correndo. E’ stata decisamente una grande decisione.

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