Ricapitoliamo?
Un RunLovers deve saper fare la spesa (anche perché ha già tante liste pronte) scegliendo prodotti sani e gustosi ed evitandone altri. Nessuno vuole che rinunci alla sottiletta, al formaggino, alla crema spalmabile, burro, strutto, lardo di colonnata, alla suppressata e al grasso speziato sottolio, allo zucchero bianco e all’olio di palma (e un infinito etcetera) ma. Ma non possono far pare della tua spesa settimanale. Provo a scriverlo in Yiddish così anche gli irriducibili possono carpirne il significato? Spetta che ci provo:
קיין איינער וויל צו געבן אַרויף קעז סלייסיז, די קעז, די קרעם פאַרשפּרייטן, די ווייַס צוקער און דלאָניע ייל (און אַן אָנ אַ סאָף עצעטעראַ) אָבער. אבער זיי קענען נישט ויסקומען צו מאַכן דיין וויקלי קראָם.
Ok. Grazie Signor Google Translate. Adesso che sono stata chiara posso continuare serenamente.
Un RunLovers deve sapere cucinare e non comprare SOLO merendine. Sì certo un tegolino qualche volta, una bella piadina grondante di formaggio e pure i cracker dalla macchinetta fuori dall’ufficio ma. Ma non possono essere sempre e solo i pranzi di ogni santo giorno. Non lo scrivo in Yiddish ma qualora potesse esserti d’aiuto copia incolla nell’editor e premi traduci. Funziona. Sì lo so, mi odi (pure io) ma davvero basta poco. Hai solo bisogno della famigerata volontà e di ammettere a te stesso che se non riesci a sederti a tavola mangiando un piatto sano -e facendolo mangiare a chi ami- hai fallito. Basta poco, no? Inutile perder tempo a giustificarsi con “ho poco tempo”, “sì però”, “sì ci provo ma”, “no ma io è solo che”, “sì ma la sottiletta fa bene”, “sì ma siamo tutti cresciuti con pane bianco e formaggino” zzzZZZZZzzzzz.
Se lo vuoi fare lo fai e vinci. Se non lo vuoi fare non lo fai e perdi.
Altrimenti passi come quelli che stanno sul divano (io per prima e per lunghi periodi) a dire “ma questi runner cosa corrono a fare?” – “ma ti insegue qualcuno?”- “mamamama?” e quelle idiozie, che diciamolo, non fanno ridere a nessuno. Sei uno che ama il divano, bon. E se ti piace mangiare sempre le stesse cose sei uno che non vuole applicarsi e fallisci miseramente nel tuo amor proprio e nei confronti di chi ami, bon.
Se invece sei un leone (e non solo da tastiera ;-) ) ti alzi e vai al supermercato. Con cognizione di causa, raziocinio e obiettività leggi gli ingredienti e la tabella nutrizionale e via. Te ne fai una ragione. Lo so che se mi leggi da un po’ stai pensando “ma oggi non è Lunedì. Di solito ‘sta pazza fa l’insopportabile predica il Lunedì! Si sarà sbagliata”. Eeeennnò. Lo so che è Giovedì ed è ora di ricette ma ci tenevo a fare il sergente di Full Metal Jacket per caricarti abbbbbestia. Sai che quando pesavo 140 chili prima di salire sul tapis roulant mi dicevo davanti lo specchio “Soldato PALLADILARDOOOOO vai a correre!!!”. Ho sempre voluto molto bene a quell’adorabile soldato. Ho pianto con lui. Insieme a lui e per lui. Non ho mai subito violenza psicologica e fisica nel mio stato di obesità ma me ne sono fatta io, sempre e sempre più forte. Sono sempre stata impietosa nei miei riguardi. Sempre dura. Ho sempre voluto e preteso di più. Mi sono offesa e mortificata. E lo faccio ancora oggi e sempre di più. Ma non per distruzione.
Ma per costruzione.
E ho costruito tantissimo. Per questo mi permetto di parlare di fallimento. Perché a volte rendersi conto di non avere ragione e che la verità sta nel mezzo ti aiuta a superare gran parte dei tuoi problemi. Io non sono una life coach e non sono migliore di te. Sono sicuramente una che ogni giorno fallisce ma non ha problemi ad ammetterlo non solo a se stessa ma davanti agli altri. Sono una che crede nell’autocritica e nella crescita continua. Sono una che corre e che non lo fa allo sbaraglio ma con indicazioni precise. Io so dove sto andando e dove voglio arrivare. E il mio traguardo lo sposto sempre e continuamente perché sono infiniti i percorsi. E infiniti i traguardi. Non si finisce mai di correre. Verso e incontro se stessi e la vita.
Essere un minimo autocritico nei tuoi riguardi, analizzarti fortemente e scavare a fondo ti rende migliore.
Quando perdi e ti senti di aver fallito capisci chi e cosa sei
Perché se ti rialzi è fatta. Se non ti rialzi hai sempre tempo per farlo ma in quell’esatto momento, mi dispiace, devi ammettere il fallimento. Perché solo l’ammissione di questo -a mio inutile parere personale- può farti tagliare il traguardo. E tutti gli infiniti altri.
Quel pane che vedi nella testata l’ho fatto diverso tempo fa. Mi ricorda tante di quelle cose che non riuscirei neanche a dirtene mezza. Ogni arricciatura della barba è una luce, un pensiero e un affetto. Ogni piccolo dettaglio, come le trame dei pomodori nel cappello, raccontano così tanto da faticare a contenerle nel cuore. Ho imparato a cucinare non perché fossi una persona che voleva fare manicaretti ed essere una brava moglie e mamma. L’ho fatto per salvarmi la vita. Perché molto spesso non sempre chi ti ama capisce le tue esigenze. Non sempre quell’amore che viene impastato nel cibo si traduce a lungo andare in salute. Bisogna sempre fidarsi degli altri e di chi si ama ma il corpo è tuo. Lo senti tu e nessun altro. Allora devi fare la cosa più giusta e semplice: ascoltarlo. Ho cominciato a cucinare molto tardi rispetto alle altre mie amiche. Pensa che ci sono mie amiche di liceo, che magari si sono imbattute in qualche mio scritto o roba in giro, che mi scrivono: ma sei davvero tu?
Ero una ragazza che pesava 140 chili, che mangiava merendine e che non sapeva cucinare e non ho niente -ma proprio niente- di più speciale rispetto a te. E non importa se sei in pesoforma o se corri 40 km e lo strutto poi lo “smaltisci”. Sei fatto di quello che mangi. Riflette in ogni cosa. E io da quando non peso più 140 chili, non mangio merendine e so fare un uovo bollito sono leggermente migliorata. Come la mia qualità e aspettativa di vita. Come tantissimo altro che non si può raccontare.
Allora sai che ho pensato? Che volevo dirti un pochino di ricette buone e veloci, in modo che la scusa “ma io non so cucinare!” non regga. Perché davvero se ce l’ho fatta io possono farlo tutti. Ho pensato che questo Natale il regalo più grande che tu possa farti è fissare questo schermo e dire: oh ma davvero. Che ho io in meno di iaia?
E la risposta te la dico subito io: niente. Sei migliore di me. Ma devi dimostrartelo però. Solo a te stesso. Chi professa l’alimentazione sana non lo fa soltanto per moda e non è un invasato predicatore che vuole puntarti il dito. Non è fatta soltanto di persone che vogliono sentirsi migliore di te. Ma è fatta anche di persone che hanno vissuto sulla propria pelle i danni che può provocare il cibo sbagliato e semplicemente come testimonianza vogliono raccontarti una storia. Nessuno qui insegna. Si racconta.
E se dai racconti resta qualcosa allora sì che il narrastorie avrà avuto la sua ragione d’essere.
Dai. Carta e penna?
Chutney Pera, Cipolla, Zafferano e spezie
I chutney sono delle delizie indiane perfette da gustare sotto le feste, ma soprattutto barattolini preziosi da regalare. Ipocalorici, gustosi e molto ricchi daranno una nota speziata anche solo alle tue verdure bollite. Un tocco chic che stupirà tutti ;-)
- 250 grammi di zucchero grezzo chiaro
- 125 grammi di uvetta passa
- 50 grammi di zenzero fresco grattugiato finemente
- sale grosso da macinare sul momento
- 1 cucchiaino abbonante di cannella
- 1 cucchiaino di noce moscata
- 2 pistilli di zafferano
- 250 ml di aceto di vino bianco
- pepe nero da macinare sul momento
- 4 pere sode
- 1 mela
- 1 cipolla grande bianca tagliata finemente
- 1 pomodoro tagliato a pezzetti
- succo di due arance
Metti abbondante olio extra vergine d’oliva in padella e lascia tostare leggermente la cipolla. Aggiungi sale, pepe e spezie e gira per bene. Aggiungi adesso lo zucchero e fallo sciogliere completamente. Quando lo zucchero è sciolto e quindi liquido aggiungi l’aceto di vino bianco e le scorze grattugiate delle due arance. Unisci lo zafferano. Una volta raggiunta l’ebollizione aggiungi le mele e le pere tagliate a pezzetti. Lascia cuocere. In ultimo aggiungi l’uvetta, i pomodori tagliati a pezzetti, l’uvetta e il succo di arancia. Lascia andare fin quando la frutta non è morbidissima e si sfalda. Abbassa il fuoco in modo che tutti i sapori si sposino per bene. Alla fine puoi decidere se passare il tutto con il frullatore a immersione rendendo cremosissimo il tuo chutney o lasciarlo con qualche pezzettino. Buonissimo in entrambi i modi. Mettilo nei vasetti e conservalo seguendo la procedura della sterilizzazione, altrimenti gustalo quando si è freddato (anche caldo è buonissimo santocielo!).
Torta speziata di carote, pistacchi e mandorle all’acqua di rose
Per 10 persone
- 3 uova grandi
- 200 grammi di zucchero
- 100 grammi di cocco essiccato
- 2 cucchiaini di estratto di vaniglia
- 200 grammi di farina di mandorle
- 2 cuccchiaini colmi di cannella in polvere
- 150 grammi di burro fuso
- 2 carote grandi grattugiate grossolanamente
- 100 grammi di pistacchi sgusciati e tritati
- qualche goccia di acqua di rose
- zucchero a velo per spolverare
La teglia è di circa 23 centimetri. Non è necessario imburrare la teglia perché gli oli della frutta secca e il burro ci aiuteranno-
Sbatti le uova e lo zucchero con l’estratto di vaniglia. Incorpora la farina di mandorle e il cocco e la cannella. Unisci il burro fuso e mescola con cura tutto. Aggiungi le carote e i pistacchi fin quando tutto è ben amalgamato. Poi l’acqua di rosa e gira ancora. Versa nello stampo e inforna a 160 già caldo per un’ora ma dopo 40 minuti assicurati che la torta stia cuocendo in modo uniforme. Lasciala raffreddare e se puoi falla riposare una notte intera. L’indomani è più buona. Accompagnala a della panna se ti piace.
Stollen/Kristollen/Christollen, insomma il “panettone” Tedesco!
Per 6-8 persone
- 500 grammi di farina
- 250 grammi di uvetta passa (uvetta di Corinto)
- 2 uova
- 200 grammi di zucchero di canna
- 1 cucchiaio colmo di zucchero a velo
- la scorza di un limone non trattato biologico
- aroma di mandorle (io ho adoperato l’aroma panettone)
- 1 cucchiaio di rum (facoltativo)
- noce moscata se piace
- 1/2 cucchiaino di cannella
- 250 grammi di ricotta o formaggio spalmabile (rende lo stollen molto morbido ma non appartiene come ingrediente alla classica ricetta. Tedeschi perdonatemi! Non ho adoperato il latte apposta )
- 50 grammi di cedro e arancia canditi
- 100 grammi di mandorle spellate e spezzettate
- pizzico di sale
- burro e farina per stampo
- 1 lievito secco disidratato (o di birra fresco)
Metti l’uvetta a bagno in una ciotolina con acqua tiepida per almeno 15 minuti. Dentro un recipiente lavora lo zucchero di canna e quello a velo con le uova aiutandoti con delle fruste elettriche (meglio con il robot, soprattutto per gli ultimi passaggi che hanno tempi abbastanza lunghetti). Aggiungi la scorza di limone ben lavata e asciugata, il pizzico di sale, il rum se hai scelto di metterlo, la noce moscata, l’aroma di mandorle e la cannella. E il lievito. Gli ingredienti dovranno essere ben bene amalgamati. Aggiungi adesso la ricotta o il formaggio, il burro morbido a pomata e il lievito. Mescola bene e infine unisci la farina. Devi impastare almeno 15 minuti e il composto deve essere omogeneo e la velocità minima. Per questo sarebbe meglio trasferire tutto nel robot da cucina. In modo che lavori e faccia montare per bene tutto il composto. Aggiungi infine, quando è trascorso il tempo, l’uvetta ben sgocciolata e asciugata e il cedro con l’arancia candita. Trasferisci l’impasto in una teglia di 26-28 cm circa e cuoci per almeno un’ora. Puoi farlo riposare un quarto d’ora se vuoi prima di infornare.
Servi con abbondante zucchero a velo sopra.
Ciao Giulia. Scusami, due domandine sulla torta di carote:
– non ho capito quanto cocco ci metti
– con quale frutta secca potrei sostituire i pistacchi? Noci? Mandorle? Anacardi? Tutto quello che trovo?
Grazie!
Ciao Franca,
apprezzo tantissimo la tua delicatezza nel dirmi che non hai capito. Il dramma è che sono una cretina (seguono risate registrate) e non l’ho scritto e grazie a te ho corretto tutto. Cento grammi di cocco essiccato, perdonami.
Per quanto riguarda i pistacchi assolutamente sì. Quello che preferisci senza problemi.
Ti ringrazio infinitamente e scusami per l’errore.
Un bacio!