Corro con la pioggia, con il vento. Corro sotto il sole cocente, in salita, in discesa, cado, mi rialzo.
Corro, entro in crisi, continuo, mi riprendo, ho paura, affanno, dolore, non mi fermo. Corro, vedo in lontananza il traguardo, mi faccio forza, do il massimo negli ultimi metri, finalmente taglio il traguardo, né primo né ultimo, nessun premio, solo la soddisfazione di aver superato me stesso, solo la soddisfazione di aver superato i miei limiti.
Mi alzo, vado incontro ad un nuovo giorno, problemi, piccole gioie, schiaffi, pugni, carezze. Delusioni, soddisfazioni, parole, silenzio, gente che va, gente che viene.
Mi affliggo, mi riprendo, rido, piango, rientro a casa, bacio mia moglie, le mie bambine, vado a letto, sopraggiunge il sonno.
Un altro traguardo, ne primo ne ultimo, nessun premio, solo la soddisfazione di aver fatto il mio dovere, di aver superato le mie paure, i miei limiti.
Cos’è in fondo la vita se non una maratona?
Domani un altro giorno, un altro dono di Dio, un’altra corsa. E io già so cosa fare. Correre più forte di ieri e resistere! Resistere! Resistere fino al traguardo, fino al tramonto.
Ho sofferto di attacchi di panico per diversi anni dovendo ricorrere a farmaci come ansiolitici e recettori della serotonina.
Poi, nel 2011, ho scoperto la corsa.
Un toccasana.
Una medicina naturale.
Adesso, gli unici momenti in cui sto male, è quando un infortunio non mi permette di correre.
Consiglio la corsa a tutti quelli che soffrono di attacchi di panico o depressione.
Giacomo Licata
(Photo credits Matilde Zacchigna)
L articolo è bellissimo. Sono costretta ad uno stop per un infortunio e mi accorgo di quanto correre sia diventato importante e salutare.
Ciao, soffro di una depressione cronica ereditaria. Per tanti anni con la corsa ho tenuto sotto controllo questa brutta bestia. Non lo sapevo, me l’ha detto il mio psichiatra. Infatti sono scesa negli inferi quando ho smesso di correre. Dopo tanti consulti l’anno scorso l’ortopedico mi ha detto che non potevo più correre. Mi ha consigliato il nuoto. Io amo la corsa, amo il vento in faccia, il sole negli occhi, la pioggia e i profumi, il nuoto mi sembrava una prigione.
Ora nuoto e nuoto per tornare a correre. Ogni vasca fatta mi porta vicino alla possibilità di correre e a sentirmi di nuovo bene. Grazie per il tuo bellissimo pensiero.
Ciao Giacomo, gran bella storia la tua, anche io come te usavo la corsa come mezzo di difesa dalle mie vicissitudini familiari, e la mia corsa, i miei 15 km era la solo via di fuga che avevo per un ragazzo di soli 15 anni.15 km in onore dei miei 15 anni, solo contro vento,pioggia, sole, polvere e rabbia.15 km di battiti e respiri che vi facevano sentire vivo ed in attesa di una via di fuga.oggi ho 40 anni i km sono diventati 10, e non cerco più una via di fuga ma solo un paio di scarpe per correre ancora.
Ciao Giacomo, molto commovente cio’ che hai scritto, io ho scoperto la corsa circa 25 anni fa dopo attacchi di panico non sono arrivato a prendere ansiolitici, x 25 anni correvo contro me stesso cadevo mi rialzavo, infortuni, rigetto momentaneo per la corsa ma non mi sono mai fermato sono sempre ripartito, ma circa 3 anni la vita mi ha dato un pugno in pieno viso mi e stata riscontrata una poliglobulia – Policitemia nel sangue che mi porta un rialzo dell’ematocrito e dell’emoglobinana e ho dovuto limitare anzi sospendere la corsa ormai e’ un anno che ho smesso . Sto passando un brutto momento senza poter correre, ma non mi sono arreso ora èpenso di ripartire soto stretto controllo che mi tiene in cura. Nella mia vita posso fare a meno di qualsiasi cosa ma non della corsa.Auguri a tutti