Giorgio Calcaterra: un nome, un destino

Giorgio Calcaterra: uno che fa cose pazzesche e le fa sembrare facili.

Ci sono persone che hanno ottenuto risultati più o meno importanti nella vita e su quelli ci edificano fantasmagoriche costruzioni. Ce ne sono altre che hanno fatto cose pazzesche e hanno vinto titoli mondiali e che mantengono un profilo sempre schivo e basso. Persone riservate e magari nemmeno convinte di aver fatto chissachè, persone come Giorgio Calcaterra. Qualche numero? 3 titoli mondiali di Ultramaratona, 10 Passatore consecutive (con record sul tracciato ancora imbattuto: 6h25’49”), record di maratone chiuse in un anno in meno di 2h 20′ (16!), due edizioni della Wings for Life World Run per l’Italia (e 4° posto mondiale) e quest’anno tenterà di battere se stesso, ancora una volta.
Eppure per come te lo racconta a Giorgio tutto questo sembra normale. Che sia il suo segreto? Gliel’abbiamo chiesto.

Pensi che nel tuo cognome ci sia scritto anche il tuo destino?
Se cosi fosse tutti i Calcaterra correrebbero… :-) Però in effetti di terra ne calco parecchia!:-)

E ti ricordi le tue prime scarpe?
Mmm no.

Correre come fai tu ti fa sembrare agli occhi di molti (anche ai nostri) un po’ come un marziano: ti senti una persona normale? E se sì, pensi di avere solo un po’ più forza di volontà di altri (e un fisico che te lo permette)?
Non mi sento un marziano né credo di avere una grande forza di volontà. Penso solo di essere fortunato ad avere una grande passione.

A cosa pensi al 50° km? All’80°? E al 99°?
Dipende da come sto, di solito comunque sono molto concentrato sulla gara.

Ma hai mai provato esperienze extracorporee dopo aver corso per decine di km? Non per scherzo: c’è chi dice di averle provate in un’ultramaratona.
No, mai successo.

Di cosa hai più paura?
Del dolore, della sofferenza, sia di quella fisica che di quella mentale.

Ti sei mai infortunato? Correndo così tanto si può pensare che le possibilità aumentino oppure l’allenamento ti permette di evitarlo?
Mi sono infortunato diverse volte, ma per fortuna sono sempre riuscito a riprendermi. Più che l’allenamento quello che permette di evitare gli infortuni è il conoscersi e il sapersi rispettare. Credo di essere stato fortunatissimo!

Ti alleni da solo o hai un allenatore? Pensi sia importante per un atleta avere un allenatore?
Dipende, avere un allenatore, e in passato ne ho avuti, è bello ma può anche impegnativo. È molto utile a chi non si conosce e a chi non sa molto di corsa o chi come me spesso si fa prendere dalla pigrizia e salta le famose ripetute. In questo periodo per esempio mi alleno da solo.

Corri da solo normalmente?
No, quando incontro qualcuno mi ci aggrego volentieri. Difficilmente però do appuntamenti, voglio poter andare a correre quando ne ho voglia.

E ti riconoscono quando corri a Villa Pamphilj?
Sono di casa, ci conosciamo tutti o quasi.

Che tipo di alimentazione segui?
“Poco e spesso” è quello che mi ha insegnato mio papà. Cerco di variare ma per rispetto degli animali evito il più possibile carne e pesce.

In gara cosa mangi? Hai qualche segreto?
Nessun segreto. Mangio, se così si può dire, ma direi piuttosto bevo, o prendo carbogel.

3 cose che porteresti su un’isola deserta.
La mia donna, le mie scarpe da corsa e il mio orologio.

A proposito di isole deserte: uno dei più bei posti dove hai corso?
Alla fine correre nella natura è sempre il posto più bello.

Faresti altri sport se non corressi? Sei uno che non riesce a stare fermo insomma?
Non saprei, riesco a stare fermo senza problemi, e un altro sport che mi possa dare lo stesso senso di libertà della corsa non mi viene in mente. Non sento la necessità di fare altri sport, non me ne viene in mente nessun’altro.

Uno che corre così tanto ha una vita normale? Hai anche un lavoro normale, si direbbe di sì.
Non corro tanto, mi alleno solo un paio d’ore al giorno, a volte faccio due allentamenti al giorno ma tutto sommato credo di avere una vita abbastanza normale.

Ma è vero che guidi il taxi?
L’ho guidato per 15 anni, ora l’ho dato in gestione e lavoro nel mio negozio di corsa. Anzi permettimi di fare pubblicità che però vorrei chiamare informazione. Calcaterrasport.it: vendiamo anche online e ce la metto tutta non per vendere ma per dare il prodotto più adatto ad ognuno di noi.

E a parte correre – cosa che ti riesce molto bene – cos’altro ti riesce bene o ti dà soddisfazione?
Non ne ho idea, una mia amica mi chiama Paperino, non ne faccio mai una giusta.

Correre così a lungo significa concentrarsi per molto tempo su una cosa sola. Ci sono altre cose che fai che ti tengono altrettanto occupato, tipo cucinare o leggere o altro?
Come ho detto prima non mi sembra di correre poi tanto, passo molto più tempo sul pc o a lavoro. A cucinare però sono velocissimo, anche perché preparo solo pasta in bianco, insalata e uovo al tegamino.

Strada o trail?
Il trail è affascinante ma non mi ci sento adatto, quindi scelgo strada.

L’ultimo libro che hai letto?
“Open”. Parla della storia di un tennista famoso (Andre Agassi, n.d.r.) che però io non seguendo il tennis non conoscevo.

Sappiamo che ne hai scritto uno di prossima uscita, giusto?
Sì, uscirà il 24 maggio prossimo (e può essere prenotato e acquistato anche qui) e l’ho scritto con l’amico Daniele Ottavi. Io sono notoriamente timido e parlo poco di me, ma questa volta mi sono fatto convincere e ne sono soddisfatto. Il libro affronta il tema che mi è più caro, cioè quello della Libertà che solo la corsa ti sa dare. Attraverso la Costanza, che non è l’imposizione della disciplina ma anzi, uno strumento che ti permette di superare i momenti difficili e a esaltare quelli speciali. Il titolo “Correre è vita” è una frase che mi ripeteva spesso mio padre e che è poi diventata la mia stessa vita.

Sei uno dei più accesi oppositori del doping, e ci mancherebbe altro. Cosa ti dà più fastidio del doping? Il non rispetto per il proprio corpo? Il fatto che alteri i risultati? Ti dopi con la musica o con il cibo? Scherziamo ovviamente, ma ci sono cose che ti mettono di buon umore e ti caricano?
Rubare è una cosa bruttissima e chi si dopa è un ladro. Alterare i risultati vuol dire rubare fiducia alle persone, rubare entusiasmo. Spesso io stesso quando vedo un ottimo risultato di un atleta mi domando se sia pulito. Mi hanno rubato (per fortuna solo in parte), una delle cose più belle: l’entusiasmo, la voglia di gioire per dei risultati importanti. No, non uso né il cibo né la musica né altro per caricarmi.

Un tuo limite – fisico o mentale – o una cosa su cui lavori, che vuoi superare.
Non so se vado fuori tema ma combatto molto con me stesso per essere meno distratto e per non essere sempre Paperino.

Hai in programma un lungo – e immaginiamo che i tuoi lunghi siano davvero lunghi – ma non ne hai voglia. Cosa ti dici per andare a correre lo stesso?
Niente, se posso lo rimando, altrimenti lo faccio e basta.

Pensi mai a cosa farai quando smetterai?
Continuerò a vivere come faccio ora, non mi sono mai annoiato e non credo che ne avrò il tempo.

Hai vinto le gare più lunghe e dure. Te ne manca qualcuna ancora o sei soddisfatto?
Sono soddisfatto, ma continuerò comunque a dare il massimo perché mi piace correre e mettermi alla prova.

Cosa ti dici quando ti sembra di non farcela più? Una frase o anche un “Daje Giò!”
Forza Giò!

(Photo Credits Red Bull)

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5 COMMENTS

  1. Non corre molto? 2 ore al giorno sono poche?
    Per poter correre 2 ore al giorno dovrei alzarmi alle 4 del mattino!
    PS quindi corre e basta non fa allenamenti cross (palestra, piscina, corsa, …)?

    • È tutto relativo: non ha figli, il lavoro glielo permette. Per lui due ore non sono poche, sono normali.
      No, sembra non fare altri tipi di allenamento se non correre.

  2. Il suo destino non è scritto nel suo cognome, è scritto nel suo corredo genetico ma lui sembra ignorarlo quando dice che è fortunato ad avere una grande passione…

  3. Diciamo però che non è una persona normale. Chi come lui vince tanto, non fa parte dei comuni mortali. C’è molta predisposizione nei campioni. È così in tutti gli sport.Chi eccelle in maniera così schiacciante ha dote fisiche e mentali non comuni.

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