Uscirà il 31 marzo nelle sale italiane il film su uno degli uomini e sportivi più importanti della storia: Jesse Owens.
Abbiamo già raccontato la sua storia ma vale la pena ricordare perché Owens è una figura centrale non solo dello sport, ma della politica e della Storia, quella con la S maiuscola.
Nato in Alabama, e quindi in uno degli stati più razzisti e conservatori degli Stati Uniti, Owens si fece notare subito per le sue straordinarie doti atletiche. La sua figura di sportivo si evolve di pari passo con quella sociale e politica fino ad arrivare alle Olimpiadi di Berlino del ’36. Una Berlino già nazista e dominata dal terrore razzista di Hitler e da un regime che discriminava ed eliminava le razze considerate inferiori. In quella Berlino andò Owens, e gareggiò, vincendo ben 4 ori (100 e 200 piani, salto in lungo e staffetta dei 400 metri). La leggenda racconta che Hitler lasciò lo stadio pur di non doversi congratulare con lui, ma la storia racconta invece che, passando sotto la tribuna d’onore dove sedeva il dittatore, Jesse ricevette un suo cenno, forse a riconoscere la sua indiscutibile superiorità.
Il film, diretto da Stephen Hopkins (già regista della prima stagione di 24 e delle prime due di Californication, nonché di molti altri film), conserva per fortuna anche in italiano il titolo originale, aggiungendo “Il colore della vittoria”. “Race” infatti si può tradurre sia con “gara” che con “razza” ed è facile immaginare che l’ambiguità sia voluta, per il contesto sportivo e sociale su cui si basa.
se non ricordo male, ne avevano già fatto uno sulla sua vita, peraltro molto bello