Quel vuoto

Riempire il vuoto che ti lascia un figlio che diventa grande e non sta più con te può essere riempito con la passione dello sport? In parte, sì.

Sì mi dedico al triathlon, ma perché? Perché il vuoto che mi ha lasciato la lontananza di mio figlio è un vuoto assordante, che prima ho riempito con pizza e lavoro (anche perché dare la possibilità a mio figlio di realizzare i suo sogni mi costa finanziariamente tantissimo e siccome sono una umile impiegata, madre single tutto diventa più difficile e pesante).

E a un certo punto mi sono guardata nello specchio e non mi sono piaciuta, mi sono guardata nello specchio perché ho dovuto cambiare casa… e gli specchi erano dove non dovevano essere e quindi ho visto a tradimento la mia immagine riflessa nello specchio.
Così ho deciso di riempire la mia vita con lavoro (sempre tanto) una dieta sana e la camminata prima, la corsa dopo 10 kg persi… e poi mi sono detta, ti è sempre piaciuto nuotare ora forse non fai più la figura della balena spiaggiata. Allora sono andata in piscina.

Da li a pensare di fare un triathlon il passo è stato breve. Ma perché? perché mi sembra una sfida enorme per me. e perché mi sento di non essere mai abbastanza per nulla e nessuno e ho iniziato a pensare se arrivo a tagliare il traguardo anche di uno sprint devi essere soddisfatta.
Può non sembrare molto, ma mi alleno dopo 12 ore di lavoro e ci sono sere che sono stravolta più dalla stanchezza lavorativa che dalla mia ora di allenamento. 

La musica giusta

Mentre mi alleno ascolto la Playlist “Luca country” così mi sembra di sentire e vedere il mio bambino correre con me.
E ora penso solo a quando finalmente volerò da mio figlio e finalmente potrò dire “Ehi Piccolo oggi ci alleniamo insieme?”
Perché vi ho scritto queste righe deliranti, perché oggi è una giornata pessima e volevo mettere nero su bianco i miei propositi e i miei pensieri, e pensare che qualcuno forse li leggerà  e così oggi penso che il 19 luglio 2015 ho ricominciato un altra vita, chili persi 22, ancora 6 da perdere, giorni di allenamento 6, e domenica mi aspetta il mio allenamento combinato. 

Perché corro? Perché il rumore dei miei passi e la musica country nelle orecchie riempie il vuoto assordante che ho dentro. 

Elena Cavina

(Photo credits Jake Melara)

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1 COMMENT

  1. Il vuoto dentro lo conosco tanto bene, cara Elena……
    a volte anche quando non sei sola, …. e ti chiedi come è possibile che gli altri non sentano il peso della tua malinconia e solitudine.
    Ho avuto il “coraggio” di farmi sentire, non urlando, non mi appartiene, ma riprendendo in mano la mia vita a 44 anni.
    Ho avuto la forza di rovesciare le pentole, non solo i coperchi, dando una svolta alla mia vita.

    Non avevo tanti chili da perdere, ma diciamo che sulla mia strada ho lasciato delle zavorre che rallentavano il mio passo.
    Ho un figlio che sta sbocciando, crescendo, che amo alla follia. Comprendo molto bene quanto sia importante per i nostri figli trovare una loro dimensione, noi mamme dobbiamo avere orecchie da elefante e bocca da formica!!!!!!
    Il bene, quello vero, che diventa il loro bene passa attraverso il taglio del cordone ombelicale.
    Corri Elena, corri verso la vita, è un dono meraviglioso che abbiamo.
    Corri verso ogni prossimo traguardo sempre con il sorriso.
    Il vuoto c’è, ci sarà, ma siamo noi gli artefici di come dominiamo le nostre paure, le nostre ansie.
    Corro, corricchio, ogni finishline è una tacca positiva nel mio/nostro bagaglio.

    Il giusto tempo sono certa che ti regalerà anche altre chance, stai in orecchio con i canali aperti. Fuori c’è un mondo di gente buona con la quale condividere cose buone.
    un abbraccio!!!!

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