RATTLE THAT LOCK AND LOSE THOSE CHAINS!!!!
Così canta David Gilmour: Scuoti quella serratura e perdi quelle catene!!!
Io ho la mia particolare interpretazione: apri la mente e sciogli le catene che ti tengono fermo! O perlomeno provaci!
Un giorno ti svegli e decidi che bisogna fare qualcosa, rompere le catene, specie quelle mentali, che ti lasciano inattivo, che ti tengono legato a terra, che ti relegano alla passività, che ti fanno pensare “È inutile che vai, tanto non ce la fai!”. Quelle catene solo le peggiori, perché non le vedi e sono subdole, perché giocano con le tue debolezze. Sono catene e tu vuoi essere una persona libera. Non c’è nulla che tu non possa fare.
E poi gli stessi gesti, che ormai ripeti da qualche mese: allacci bene quelle scarpe che hai comprato con tanti sacrifici, indossi la canottiera rosa fluo anche se, diciamocelo, non ti sta poi così bene e poi infili le cuffiette alle orecchie, che iniziano sempre e solo con Born to Run del Boss.
Corri…un passo dopo l’altro. All’inizio il passo è malfermo, i muscoli ci mettono un po’ ad abituarsi ma i primi minuti sono facili perché sono in leggera discesa. E corri…corri ancora…il sole del mattino in agosto è caldo… troppo caldo… l’asfalto della statale non ti aiuta ma svolti subito l’angolo, inizi a metterti sotto le suole quella provinciale dove non circola mai un’anima, dove il silenzio è rotto solo dai passi cadenzati che fai in strada e da qualche tortorella che tuba.
Corri ancora… alla fine di quel lungo rettilineo inizia la salita, il fiato si fa corto, rallenti, il respiro è affaticato… inizi a sudare… le gambe ti fanno male e quei maledetti chili in più si sentono tutti!!! Il primo pensiero “Ora mi fermo e torno indietro!” e di colpo tornano le catene…la salita non aiuta, le gambe si alzano a fatica, le catene sembrano arpionarti le caviglie al suolo e tentano di farti desistere… la salita è lunga e quelle catene sono così pesanti… dalla fronte il sudore scende negli occhi che bruciano… la vista si appanna un po’… senti quel sibilo in fondo alla gola e il cuore che ti martella nel petto: booboom, booboom! Lento. Inesorabile. Fa casino. Troppo casino quel cuore che martella e al quale non sei abituato. E c’è ancora un po’ di salita da fare ma inizi ad abituarti a quel battito: un battito, un passo., un battito, un passo. Quell’andatura rallentata inizia a prendere forza e ogni passo si intona lentamente al ritmo del tuo cuore e continui a correre!
Le gambe ora rispondono bene e la mente anche, i pensieri sono più lucidi, gli obiettivi più concreti, riesci addirittura a sentire la musica che esce dal tuo iPod, e che su quella salita non hai minimamente considerato, il respiro si fa regolare, la salita ha dato posto a un sentiero leggermente in ombra che ti dà subito sollievo, respiri di nuovo dopo l’apnea della salita, senti ogni muscolo tendersi e battere la strada, una strada tutta nuova che si srotola davanti alla tua nuova vita da “quasi runner” e non ti fermi perché ormai la serratura è aperta e quelle catene le hai perse per strada!
Baiocco Gabriella
(Photo credits Ryan Moreno)