Il running è onesto

Il running è onesto, per certi versi crudele ma onesto. Ci sono quelli che corrono per le medaglie, quelli spinti dalla voglia di battere i record, quelli sopraffatti dall’agonismo… e poi ci sono io.

Io faccio ancora parte della categoria “principianti” (dico ancora perché la voglia di migliorare è tanta); ricordo quando ho iniziato e quanto era bello riuscire a completare anche solo un giro del parco sotto casa (che non è neanche 1km).

Da quel giorno sono passati circa 3 mesi, che attraverso alti e bassi mi hanno portato al punto di fare uscite da 10km abbastanza agevolmente e soprattutto entro un’ora.

Però la corsa è onesta, perché non ti regala niente: se sei costante, disciplinato e fiducioso i risultati arriveranno puntuali e certi, ad alcuni occorrerà più tempo che ad altri ma puoi stare certo che avrai i tuoi risultati e le tue soddisfazioni.

Attenzione però al rovescio della medaglia perché, se è vero che otterrai risultati, è anche vero che prendendola con sufficienza questi risultati non arriveranno mai e ti troverai sempre sospeso in una situazione dove non ti senti più un principiante ma non hai ancora le capacità per lo step successivo (che possono essere la prima gara, aumentare la distanza o tutti gli obiettivi che vorrai porti).

Non ho la soluzione geniale per superare i periodi di stanca (capitano a tutti) anche perché sono un novellino e c’è moltissima gente più preparata di me per parlare di tabelle, ecc.. Personalmente sto vedendo che più mi interesso a questo sport (che poi diventa stile di vita) più mi piace; si perché la corsa non inizia quando allacci le scarpe e non finisce quando le togli.

La corsa ti entra dentro e ti cambia sia a livello fisico che mentale, so che sembra un concetto new age e non ci credevo neanche io ma è proprio così; all’inizio vedi snellirsi le gambe, poi si appiattisce il ventre, aumenta la resistenza, ecc … Ma intanto non vedi che anche la tua testa cambia e, senza rendertene conto, ti ritrovi più ottimista e per certi versi più in armonia con te stesso e con gli altri.

E’ questo cambiamento mentale che ti porta ad alzarti la mattina alle 5 per poter fare la tua uscita (soprattutto se hai la giornata piena di impegni) perché, come un amante non vede l’ora di incontrare la sua amata, senti il bisogno di incontrarti con la tua “compagna di vita” che non ti abbandonerà mai; e quando ti sentirai stanco pensa a quanto stai bene quando, facendoti una doccia calda, pensi al percorso che hai appena fatto e ti senti forte anche solo per aver corso un km in più.

Vorrei concludere questa riflessione augurandoti di poter correre al più presto la tua prima “mezza” (cosa che vorrei fare entro l’anno) anche con tempi lontanissimi dai più preparati, e ricorda che il running può essere crudele ma è onesto.

Giulio Belvedere

(Photo credit Austin Ban)

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6 COMMENTS

  1. Confermo. Ho iniziato facendo 1km e sono arrivato dopo 4 settimane a fare la 10km in 1 ora esatta. Da quel momento ho continuato a tenere il ritmo correndo sul tapiluran per circa 2km prima di iniziare nuovamente a correre all’aperto e aumentare il mio obiettivo. :)

  2. Che bello leggere articoli così incoraggianti.
    Con fatica sto raggiungendo i vari step della tabella per i principianti. Con fatica perchè la mia asma non mi aiuta, ma NON mollo!
    Spero davvero di riuscire a dire anche io fra un mese che corro 10 km in un’ora :-)

    correre è liberazione

  3. Ricominciato dopo lungo periodo di fermo, fisico e psicologico. confermo per la mia esperienza passata. Non vedo l’ora di provare di nuovo quella felicità di fare i 10 km entro l’ora, quel momento che sembra sempre irripetibile in cui testa, cuore e gambe vanno avanti insieme come fosse la cosa più naturale del mondo ❤️

  4. Complimenti per l’articolo, correre come mi ha suggerito qualcuno in ospedale dove lavoro,(it’s a state of mind) personalmente cerco di essere costante nelle mie uscite circa di 9 km, iniziato per tenere sotto controllo peso, forma e (colesterolo), proseguito per un ora d’aria al giorno.
    Buona corsa a tutti

  5. Sottoscrivo dalla maiuscola iniziale al punto finale…
    La settimana scorsa, sulla scorta di un messaggio inviato al gruppo dell’atletica da alcuni compagni di società, ho deciso di provare a preparare la mia prima maratona, a Roma ad aprile 2018.
    Fine settimana a vedere il calendario, girare su Internet, leggere testi sacri (Massoni, Arcelli e vari altri…) fino ad arrivare alla stesura delle TABELLE!
    Che sensazione strana, sono a metà della prima settimana del programma definito e sento forte il senso di essere impegnato finalmente in qualcosa di realmente concreto e personale… con la sensazione di trovare in questo anche un aiuto effettivo nel vivere bene anche e soprattutto i momenti dedicati a lavoro e (soprattutto!) famiglia.
    Magari l’8 aprile 2018 starò infine a casa invece di vagare a calpestare sanpietrini per le vie di Roma, ma in fondo nel viaggio (e nella vita…) non è importante il viaggio in sé piuttosto che la sola meta? ??

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