Deejay Ten 2016: un divertimento della madonnina!

La Deejay Ten ogni anno si dimostra essere una meravigliosa sintesi di quanto la corsa sia divertente. E rimane sempre una corsa tra amici, 30.000 amici.

Quando abbiamo intervistato Linus abbiamo ottenuto una risposta che difficilmente si dimentica: correre è una continuazione del mestiere di Dj: quello di far star bene le persone e di farle divertire. A ben pensarci Linus è riuscito in un’impresa a dir poco strabiliante, ovvero quella di muovere l’Italia intera per farla defluire in un unico epicentro di divertimento. Da sempre qui su RunLovers non si fa che raccontare storie di corsa e di vita. Le ultime settimane ne sono state raccontate da persone che avrebbero poi ieri corso la Deejay Ten. Francesco ha cambiato casa, amore e città ma mai il suo amore per la corsa, Paola che dopo un giro di isolato si rende conto che il buio svanisce per lasciar posto a un sorriso, Eleonora spronata dal papà ciclista in cerca di qualcosa che la rendesse orgogliosa di se stessa, Katia che dopo essersi sottratta per anni a scuola dalle ore di educazione fisica e aver provato tantissimi sport si innamora della corsa, Beppe che riesce a superare sé stesso e Chiara che non riesce a trovare altra carica maggiore se non nella corsa.

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Correre in fondo cos’è? Per alcuni solo una lotta contro se stessi. Uno sport riservato ai solitari e sociopatici che rincorrono un ego. Chi lo pensa non ha mai corso perché è esattamente l’opposto. Il giusto equilibrio tra il saper stare da solo con i propri pensieri e l’entusiasmo incontenibile che esplode nelle corse in gruppo; che siano composte da 3 amici, che siano composte da 20 sino ad arrivare a 30.000. Perché è di 30.000 persone che stiamo parlando. Ogni volta che penso alla “fratellanza” che c’è nella corsa mi viene in mente Anne a Boston e il suo traguardo. Mi compare quella maglia color salmone che si affloscia. Quella ragazza che cede a pochissimo dell’arrivo. Anne stoppa l’orologio a 41,83 Km e torna indietro per aiutarla. Appoggiata alla Bernie di “Week-end con il morto” la accompagna al traguardo. Perché si corre anche per i tempi, certo. Si corre anche per i traguardi, gli obiettivi e la preparazione, assolutamente. Quello che però che insegna la corsa è proprio questo. Sei solo e ti diverti smodatamente inseguendo il tuo personal best. Sei in compagnia e ti diverti smodamente inseguendo il tuo personal best.

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Anche quest’anno è stato incredibile (lo scrivo tutti gli anni ma davvero non c’è limite a quanto possa essere bello). A volte avrei voluto il tasto “pause”, “stop”, “rewind”, per fermarmi di più a chiacchierare con i RunLovers che abbiamo incontrato in ogni angolo di Milano, per fare una foto insieme o più semplicemente godermi tutto. Tutto scorre troppo velocemente e, con frenesia, ti fagocita lasciandoti poi quell’impagabile sensazione di essere un uomo fortunato. Il tasto di pausa servirebbe per focalizzare anche tutti i tipi di Runner. Perché è un universo di diversità e bellezza. C’è il runner imbruttito, quello con il GPS tutto infoiato, quello che ahimè per stoppare il GPS rischia gravi incidenti (ragazzi, dai!), quello super professionale, quello della prima volta, quello di tutte le edizioni, quello che ha mangiato raw vegan e quello che non ha disdegnato un Big Mac, quello tutto colorato, quello a tinta unica, quello con il cerchietto scherzoso intorno e chi corre con la tutina che lo fa sembrare un trattato di anatomia e ne evidenzia i muscoli. L’unico denominatore comune però è solo puro, sconfinato e incredibile divertimento.

Un divertimento che ha visto tantissimi protagonisti quindi, come nella migliore delle pellicole cinematografiche, facciamo partire i titoli di coda con tutti i ringraziamenti.

Ringraziamo i nostri pacer: Anne, Betty, Fabiola, Micol, Giacomo e Pietro. E i loro runner: Katia, Paola, Eleonora, Chiara, Beppe e Francesco (che ha festeggiato pure compiendo gli anni). Ringraziamo tutti i ragazzi del RunLovers Club che sabato erano al Parco Sempione con noi per fare festa, incontrarsi e conoscersi. Ringraziamo anche quelli che si sono presentati domenica mattina anche se purtroppo non siamo riusciti a passare a salutarli. Ringraziamo Nike che ci ha supportato in questo progetto fornendoci tutti i materiali tecnici che abbiamo utilizzato.

E ringraziamo Linus perché, se non ci fosse stato lui, quelle 30 mila persone forse non correrebbero. Pensa a cosa sarebbe successo se, anziché correre, lui si fosse appassionato al curling. ;)

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