Ci sono i vini da meditazione: quelli che devi metterti davanti ad un caminetto (acceso, possibilmente) su una comoda poltrona e sorbire, con voluttà e concentrazione. Quelli che esprimono sapori e profumi che solo un attento esame può rivelare. Quelli che ti aprono porte mentali e livelli di significato, manco fossero droghe sintetiche.
Bene, ma cosa c’entra questo con la corsa?
Ok, sarò sincero: io sono lento. Ragazzi, io vado alla mia velocità che, in termini oggettivi o relativi ad altri, molti altri, runner è bassa. Sì, questa è una confessione: io sono un runner lento. Però io sono furbo e se mi chiedi a quanto vado non ti dirò mai che sono lento. No, io rispondo che sono un runner meditativo. Così almeno mentre quello che me l’ha chiesto si domanda che voglia dire, io sono già scappato.
Come ti accorgi che sei lento?
Beh, facile: se misuri le tue corse lo vedi e puoi confrontarlo con quanto fanno altri che *ossessivamente* non mancano mai di postare su Facebook o su Twitter che han corso e a quanto andavano (rispetto chi lo fa, ma non amo farlo. Infatti non lo faccio, e non solo perché non ho niente di cui vantarmi).
Oppure te ne accorgi quando corri con altri. Come me: ogni volta che vado a correre con amici che non sono nemmeno Mo Farah o Bolt mi capita di partire baldanzoso e di stargli dietro e poi, da metà della corsa in poi, fino alla fine, indietreggio, perdo terreno, a volte cammino. E quei maledetti tirano come dei dannati e mi distanziano. Ma sai che ti dico? Chissenefrega.
Come evitare figuracce quando lo fai in gruppo
(un po’ allusivo come titolo? Ehm).
Andare più lenti degli altri comporta due spiacevoli conseguenze: fai una figuraccia perché hai osato unirti ad un gruppo o correre con un amico che va più veloce di te e lo/li stai costringendo ad andare più lenti di quanto vadano normalmente.
Quando sento che non riesco a stargli dietro e che devo rallentare ho i miei bei trucchi:
Devo fare una foto
Urlalo con il poco fiato che t’è rimasto in corpo. Anche se sei in una discarica o sotto il diluvio universale, fermati per fare una foto. In verità ti fermi per evitare l’infarto, ma non conta. Devi prima esserti costruito una fama di fotografo eclettico, che si concentra sulle cose più strane, tipo appunto discariche o posti che nessuno si sognerebbe di fotografare.
Avete visto anche voi quell’orso?
Questa tecnica almeno ti consente di far rallentare un po’ questi pazzi furiosi con cui corri. Il terrore di essere attaccati da un orso li bloccherà di certo. Finché non si chiederanno che cacchio ci dovrebbe fare un orso in Cairoli a Milano. Per poi mandarti al diavolo.
Individua il più lento del gruppo
Spera innanzitutto di non essere tu quello più lento e poi, se c’è, accostalo e sussurragli con fare paterno “Vai tranquillo, io non ti lascio indietro. Sto con te fino alla fine”. Se sei tu quello a cui dicono queste parole beh, sei il più lento e non puoi usare questo trucco. Però apprezza l’aiuto che ti viene offerto!
Non allacciare bene le scarpe
Cosa c’è di meglio che una scarpa che ti si slaccia proprio quando il cuore sta andando a 230 battiti al minuto per star dietro a quei maledetti compagni di corsa?
“Raga devo fermarmi: scarpa”. E la indichi, un po’ spiaciuto. E non dimenticarti di aggiungere “Andate avanti, vi becco dopo!”. Cosa che sai benissimo non avverrà mai.
La tua velocità
Correre significa andare veloci. Più veloci che quando si cammina. Ok. Però aggiungo che significa andare più veloci di se stessi mentre si cammina. Per questo mi definisco un runner da meditazione: quando corro non vado mai al massimo perché per me la corsa è un’attività fisica che mi obbliga a concentrarmi su una sola attività in un dato lasso di tempo. Veramente, ridotta all’osso la corsa è questo per me. Fare una sola cosa, adesso. Concentrarmi sfuggendo alle distrazioni cui sono sottoposto ogni giorno, a tutte le ore.
Quindi quando corro io sono focalizzato su una sola cosa: per questo medito. E meditare mi piace tantissimo. Correre mi fa venire in mente nuove idee, libera la fantasia, mi fa ritrovare un equilibrio fra il corpo e la mente.
Correre badando al tempo e concentrandomi solo sullo sforzo fisico mi distrarrebbe troppo. Non è solo che non voglio fare troppa fatica. È che mi piace farne la giusta quantità. Non voglio vincere gare se non quelle con me stesso. Per me vincere la quotidiana gara con me stesso è andare a correre con metodo, il più che posso, con qualsiasi tempo.
Io non sono veloce, ma ho un metodo e una disciplina.
E questo mi basta.
E tu?
(Photo credits from Flickr by Kenny Whyte)