Se ti stavi già scandalizzando per il titolo, sta’ pure tranquillo: non sto parlando di corsa naturista, se sei interessato a questo, dovresti iscriverti a quelle gare-evento in cui si corre in mutande. Ma andiamo avanti.
Negli ultimi anni, quando usciamo a correre, abbiamo con noi sempre più spesso: telefono, cuffie, ipod, fascia-cardio, GPS (e aggiungi pure gli accessori che preferisci). Tutti questi elementi sono utili – alcuni lo sono di più, altri di meno – perché ti aiutano ad affrontare il tuo allenamento sia sul piano atletico e prestazionale che su quello del divertimento e dell’intrattenimento.
La consapevolezza distratta
L’utilità di un accessorio tecnico, come può essere un cronometro o un gps, è indiscussa perché scandisce in maniera precisa le nostre sessioni di corsa ma – sul piano della consapevolezza – non si può dire altrettanto. Infatti, ascoltando e affidandoci interamente a questi strumenti, tendiamo a dimenticare di ascoltare le reazioni del nostro corpo, che sono ogni giorno differenti perché influenzate da moltissimi aspetti variabili come sonno, alimentazione, temperatura, capacità di concentrazione.
Hai notato che, da quando usi il navigatore satellitare in auto, il tuo senso dell’orientamento – sempre che tu l’abbia mai avuto ;) – è peggiorato? Nella stessa maniera si corre il serio rischio di perdere la capacità di ascoltare il nostro corpo e di averne consapevolezza, diventando così dipendenti dalla musica o dalle prestazioni cronometriche.
La musica, in particolare, se da un lato allieta le nostre corse e a volte ne è anche fonte di motivazione, dall’altro tende a coprire i rumori (sia ambientali che quelli del nostro corpo), tenendo occupata una buona porzione del nostro cervello e – di conseguenza – limitando la nostra capacità di ascoltare le sensazioni, le reazioni e i movimenti del corpo.
Ma attenzione, non sto dicendo che sia sbagliato correre con la musica, il GPS o il cardio, il punto è che non devono avere il sopravvento su quello che dovrebbe essere il nostro ultimo scopo.
L’esercizio
Una volta ogni due settimane, esci a correre senza musica o GPS (se ti senti più tranquillo, il telefono portalo comunque) per un allenamento di media durata, cercando di mantenere lo sforzo costante, basandoti solo sul respiro e sulle tue sensazioni. È irrilevante la prestazione assoluta, ciò che conta è esercitare la tua capacità di “ascoltarti”.
Dovrai percepire la fatica ma non dovrai essere esausto, prestare attenzione alla respirazione, al movimento delle braccia, alla posizione del sistema fianchi-busto-spalle e al modo in cui appoggi il piede per terra, cercando di tenere una posizione eretta e ad atterrare nella parte mediana del piede (non correre in punta come Rudolf Nureyev o di tallone come il bigfoot) e concentrati sugli effetti che questi movimenti hanno sulla tua corsa.
Servirà ad aumentare la tua consapevolezza e, credimi, anche le tue prestazioni.
(credits immagine principale: ©iStockphoto.com/g-stockstudio)