Prendere una scarpa mai messa prima e correrci 20 km nelle peggiori condizioni meteo possibile per un trail già da solo molto duro forse non sembra una grande genialata come programma per la domenica mattina, ma alla luce dei fatti non poteva esserci palestra migliore per testare le nuove Kalenji Kiprace Trail 2, ultima rivisitazione dello storico prodotto venduto da Decathlon.
È il secondo giorno di primavera e si vede: piove tipo monsone equatoriale, c’è un vento ghiacciato che taglia la pelle e la temperatura è allegramente sui 3/4 gradi.
Ma appena si infilano le Kiprace il sole interiore del trail runner comincia ad albeggiare dentro perché oggi ci si diverte di sicuro! (e anche perché i trail runner sono i più felici – e fighi – del mondo).
Fit perfetto
La sensazione di estrema leggerezza (285 gr per il numero 43) e un fit incredibilmente confortevole rallegrano l’animo in un attimo.
Quando ti allacci la scarpa poi alcuni dettagli mostrano che hanno fatto davvero le cose per bene in Kalenji; la linguetta è morbida e sta adeguatamente in posizione (cosa per nulla scontata!), il passa lacci mediano sulla linguetta è stiloso e con la scrittina “Kiprace2 Trail” che ti ricorda cosa hai ai piedi e soprattutto la taschina copri lacci sulla linguetta che è una di quelle cose che chi corre in mezzo all’erba e ai rovi apprezza, perché i tuoi lacci non si agganceranno mai al materiale non benvenuto.
Che inizino le danze
Ok, iniziamo a correre. Il primo tratto che faccio è su asfalto… e…ma… che succede? Una scarpa che pochi secondi prima mi stava addosso perfettamente ora in appoggio mi sembra terribilmente dura e troppo secca? … neanche il tempo di fare questo pensiero e finisco lungo e disteso perdendo totalmente il grip su una lastra di asfalto bagnato.
Però io ci devo correre un trail, non giocare a curling sul listone della piazza bagnato di pioggia, quindi aspettiamo e vediamo come va.
Finalmente si parte e il percorso estremamente vario mi fa capire davvero tante cose di questa scarpa, che, ricordiamolo, costa praticamente metà rispetto ad ogni altra scarpa da trail ritenuta più “seria”.
Alla fine quello che ne esce è un parere complessivo fatto di tantissime cose molto buone e un paio di cose meno buone.
Il buono
Il vero plusvalore della Kiprace Trail 2 è senza dubbio la tassellatura mista della suola, studiata di sicuro da qualcuno che sa cosa vuol dire correre in montagna. Mi sono innamorato dei tasselli “a treppiedi” multidirezionali da 5 mm: garantiscono un’aderenza ottimale, specialmente nei tratti piani misti di fango (anche tanto fango!) ed erba alta bagnata.
Il grip è sensazionale e il drop ridotto ti fa correre di avampiede senza sforzi, portandoti a spingere in modo naturale nelle zone del piede dove si deve spingere per lavorare meglio (avampiede interno). I tasselli distanziati sono vincenti per facilitare la spinta e favorire la flessibilità durante la corsa.
Anche in salita la scarpa “vive” della sua tassellatura, in particolare i tasselli periferici esterni ti danno grande stabilità in curva e in tutte le pendenze. Fino a qui la risposta della suola ricorda tantissimo quelle delle ben più prestigiose (e costose!) Salomon Speedcross, scarpa di riferimento per il segmento trail.
Il meno buono
Un po’ diversa la musica in discesa e qui sta il maggior difetto della Kiprace Trail 2. O meglio, finchè la discesa è su fango, terra e erba tutto bene, anzi molto bene. Si riesce a scendere usando l’avampiede senza particolari sforzi e sovraccarichi sul tallone. Ma quando arrivano pendenze più decise, e soprattutto sassi, pietre e cortecce o legni, magari bagnati da abbondante pioggia, l’ottimo grip garantito fino a quel punto sparisce. E mi torna in mente chiaramente quando sono scivolato prima. Altro che curling! La sensazione è di una mescola della suola troppo “rigida” e poco deformabile. La stabilità, la reattività e la risposta della scarpa restano buone, ma sparisce ogni presa su una superficie appena rigida e un po’ liscia. E occhio perchè se una scarpa da trail non consente di buttarsi giù a rotta di collo in discesa, dove il più delle volte si fa la vera differenza in gara, (tipo qualcosa del genere) beh c’è da pensarci.
Il trail è fatto nel boschi, nel fango e tra i sassi, ma se capita l’asfalto avere una scarpa di cui fidarsi non guasta. A difesa delle Kiprace Trail 2 si può però dire che probabilmente la suola non si consumerà alla stessa velocità delle Speedcross quando si incontrano asfalto e terreni duri.
In sintesi
Le Kiprace Trail 2 hanno un fit subito estremamente confortevole, aderente al piede e ben saldo grazie ad una allacciatura ottima, alle due bande che avvolgono il tallone lateralmente e allo scheletro soffice ma compatto attorno alle dita del piede. Leggerezza estrema e solidità contano moltissimo in una scarpa da trail. Suola reattiva, drop contenuto che invoglia una corsa corretta sull’avampiede, splendida soprattutto nei tratti piani di fango/erba. Ottimo il grip in salita, precisa e reattiva in tutte le circostanze, dato da una tassellatura studiata in modo geniale.
Unica pecca la mescola della suola, eccessivamente dura e indeformabile, che poco si adatta alle superfici rigide e bagnate.
Ricordati però a che prezzo è disponibile (poco più di 79€), praticamente la metà rispetto alle cugine più ricche (almeno sulla carta), ma con prestazioni assolutamente paragonabili.
E addirittura migliori in determinate circostanze. Se escludiamo lunghi tragitti e ultratrail (con lunghe discese pendenti sui sassi) la scarpa guadagna davvero tanti punti; una scarpa che per le gare di cross e per trail leggeri e veloci può diventare davvero un interessante prodotto senza nulla da invidiare a prodotti da sempre considerati più performanti.
Enrico Segantin
le prenderò, alla fine, come scarpa per allenamento nei boschi. la calzata è davvero ottima e il costo fa pendere con decisione la bilancia
Ordinate , mi devono arrivare, ringrazio x la recensione. Aggiungo che io non ho mai trovato scarpe da trail che nuove abbiano una buona aderenza su rocce e radici bagnate, le scarpe quando sono nuove slittano tutte in maniera impressionante, quindi occhio ai sassi e a pavimentazione bagnata con scarpe nuove.