Ti è mai capitato, mentre corri, di pensare che stai raggiungendo il “giro di boa” e che, da quel momento in avanti, hai davanti a te un percorso esattamente uguale a quello che hai appena fatto? Io ci penso spesso e, a livello mentale, è come se mi dicessi: “ehi Betty, fino a qui ce l’hai fatta, adesso stai solo tornando a casa”.
Credo sia un pensiero comune a tutti i runner, ovviamente modificabile sulla distanza che stai percorrendo.
Pensa ora che questa riflessione, uguale nella forma e nella sostanza, se l’è fatta anche Danilo Callegari, con la (neanche tanto) piccola differenza che lui sta vivendo sulla propria pelle (e pure sui propri tendini) un’impresa epica come Africa Extreme.
Dopo la buona riuscita della prima frazione Danilo ha iniziato a correre senza più fermarsi. Deve coprire i circa 1.200 Km che separano Bagamoyo, sulla sponda nord ovest della Tanzania, fino alle pendici del Kilimanjaro. Sono, calcoli alla mano, qualcosa come 27 maratone. Una al giorno per 27 giorni.
Ad oggi, mentre scrivo, Danilo ne ha corse poco più della metà: quattordici maratone dove il caldo e la stanchezza si sono fatte sentire. A complicare il tutto anche una banda armata – fatto non così inconsueto in Africa – che, machete in mano, ha tentato di “scovare” Danilo, nel frattempo mimetizzatosi nella savana, con lo scopo di rubare oggetti ritenuti di valore o peggio ancora di rapirlo.
Solo la sua prontezza di riflessi e l’esperienza accumulata nei tre anni di servizio nell’Esercito (Danilo è un ex paracadutista con diverse missioni al suo attivo) ha evitato il peggio.
Per quanto io possa scriverne, non renderà appieno ciò che Danilo sta vivendo. Preferisco allora affidarmi alle sue stesse parole, postate il 24 ottobre scorso sulla sua pagina ufficiale Facebook.
“Accumulo stanchezza giorno dopo giorno, le difese immunitarie sono ai minimi storici, le labbra sanguinano per le abrasioni che mi porto dietro per sale e sole dalla traversata a nuoto, le tendiniti vanno e vengono a loro piacimento, il caldo rende tutto più difficile, la polvere e la sabbia alzata dal vento entra in occhi, naso e gola, le notti fatico a dormire perché i muscoli vibrano rendendomi nervoso… ma con grande piacere vi comunico che oggi ho fatto il “giro di boa”, la prima metà è andata!”
Non c’è molto altro da aggiungere ma solo da fare tanto, anzi tantissimo, tifo per sostenere Danilo e Africa Extreme 2015!
E quando uscirai a correre, pensa a quello che sta facendo lui. Sono certa che la tua fatica sarà più lieve e il ritorno verso casa più leggero.
“I limiti esistono soltanto nella nostra testa” e Danilo ci sta insegnando a superarli!
Foto di Lorenzo Franco Santin