Cos’è la competizione?

Ci sono molti modi per definire la competizione o, meglio, la competitività e ciascuno ha il suo personalissimo. C’è chi la usa per superare i propri limiti, chi la sfrutta per battere i suo avversari (o antagonisti) e poi c’è chi se ne sbatte e la considera solamente un accessorio da lasciare a casa. Non è che tu debba necessariamente stare in una di queste categorie, puoi sederti su tutte le definizioni che vuoi in base al tuo umore; vai tranquillo, non c’è un modo giusto o uno sbagliato: c’è solamente il tuo modo di essere competitivo.

Fatto l’obbligatorio preambolo iniziale, personalmente volevo approfondire la cosa con chi – molto più titolato di me a farlo – ha fatto della corsa una professione quindi ho approfittato di una presentazione Nike a Berlino per fare una sola domanda, la stessa, a Charlie Dark (deejay, poeta, creativo, scrittore e fondatore di Run Dem Crew, la più importante “crew” di runner a Londra con 350 iscritti) e a Mahiedine Mekhissi-Benabbad (campione europeo, dal carattere molto forte, sui 1.500 e, di fatto, sui 3.000 siepi e medaglia d’argento olimpica). Insomma, due persone tra loro molto diverse ma che hanno indubbiamente l’autorevolezza per esprimere un’opinione.

Charlie Dark e la spinta del gruppo

charlie-dark
“Io voglio cambiare la percezione del running: il running non è una punizione per me, io amo la corsa perché mi permette di stare con i miei amici e, in quest’ottica, cerco di spingere e motivare le persone di fianco a me e loro fanno altrettanto nei miei confronti. Quindi – secondo me – c’è maggiore beneficio nel correre insieme e nel trasformare la competizione in una spinta comune verso il miglioramento in cui chiunque cerca di spingere gli altri perché esprimano al 100% tutto il loro potenziale. E non importa se fai la maratona in 2h40′ o in 2h50′ (!!!), vantarsi dei numeri con gli altri runner ti fa solo sentire macho e non è molto utile: ci sarà comunque chi correrà più veloce di te”.

Mahiedine Mekhissi-Benabbad e la competizione “finalizzata”

mekhissi
“Io quando mi alleno penso solamente ai Campionati (europei, mondiali, olimpiadi). Non mi interessa vincere sempre: posso tranquillamente arrivare a un meeting in forma non ottimale perché tutto quello che faccio è finalizzato ad arricchire il mio palmares, vincere le medaglie che contano. La gente “se ne fotte” dei meeting, quello che conta è centrare le occasioni ufficiali e portare a casa le medaglie più preziosa perché solo così potrò entrare nella storia”.

E per te?

I punti di vista di Charlie e Mahiedine sono molto diversi, com’è naturale sia: uno è ha fondato una delle più belle (e veloci) crew del mondo, l’altro è un atleta professionista con un carattere molto forte ed è focalizzato soltanto verso la vittoria. In mezzo c’è un mondo di punti di vista, qual è il tuo?

 

Un grazie doveroso spetta a Nike e, in particolare, ad Andrea, Salvatore e Venuste che ci hanno permesso di incontrare Charlie e Mahiedine e di realizzare questa intervista all’interno della presentazione #NikeZoom a Berlino. Ma in fondo anche questa è velocità, no?!

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2 COMMENTS

  1. Per me la vera competizione è una sfida con se stessi. Quando “vinci”, hai fatto un passo avanti per migliorarti, quando “perdi” sai che devi lavorare ancora per ottenere dei risultati. E’ una competizione costruttiva.

  2. Per me correre è competere con me stesso, non mi interessa vincere medaglie, anche perché alla mia età, 55 anni, non ho speranze , corro per sentirmi bene per sentirmi vivo e libero, per poter dire a quella maratona c’ero anch’io.

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