Il ricordo della prima camminata dell’uomo sulla luna ha insieme qualcosa di epico e di comico. Epico per il tempo e la conquista storica, comico per come è avvenuta: rimbalzando in tute che facevano assomigliare Neil Armstrong e Buzz Aldrin a degli improbabili e poco eroici omini Michelin.
E se la gravità ci facesse correre più forte?

Questa è la domanda che devono essersi posti alla Nasa nel promuovere un programma speciale per scoprire come si corre in assenza di gravità, o almeno in un ambiente con una gravità inferiore a quella della terra.
Per farlo hanno preso dei candidati runner (3 di questi erano astronauti) e li hanno fatti correre su tapis roulant in assenza di gravità. Come la si ottiene senza spedirli nello spazio? Beh, non è proprio semplicissimo: monti dei tapis su un DC-9, lo porti in quota e poi… ti lanci in voli parabolici. Che non so esattamente come siano ma già il nome mi fa paura. Comunque, sul manuale del DC-9 c’è scritto che se fai un volo parabolico ottieni una condizione gravitazionale simile a quella della luna (che non è assenza di gravità, ma solo “meno gravità”).
Cosa hanno scoperto
Secondo lo studio pubblicato dagli scienziati della Nasa, il cosiddetto walk-to-run PTS (Preferred Transition Speed, ossia la velocità alla quale si smette di camminare e si inizia a correre) a gravità lunare è inferiore a quello terrestre. Sulla terra questo si attesta attorno ai 7,25 km/h (oltre stai correndo) e secondo i loro calcoli teorici sulla luna dovrebbe essere attorno ai 2,9 km/h. In altre parole: ci metti di meno a iniziare a correre e quindi, tendenzialmente, andrai più veloce. In realtà hanno scoperto che i candidati sono stati in grado di abbassare questa soglia fino a 5 km/h.
Perché sulla luna (dovremmo) correre più veloci?
La biomeccanica della corsa è ovviamente uguale ma l’utilizzo delle braccia cambia: sulla terra ci servono a stabilizzare la corsa, sulla luna servono anche a quello, ma funzionano pure come della ali: esatto, muovendo le braccia è come se sbattessimo delle ali e le usassimo come propulsori.
Questo effetto esiste anche sulla terra (l’aria oppone resistenza, è un fluido e quindi è logico pensare che si comporti teoricamente come se ci “nuotassimo” dentro). Nella realtà però questo effetto è annullato dalla gravità.
La questione se l’era posta già quel geniaccio di Kubrick facendo correre i suoi astronauti di 2001 Odissea nello Spazio all’interno della stazione spaziale. Una sequenza mitica che val sempre la pena di rivedere.