È bello e curioso che lo sviluppo della scarpa da running abbia preso per certi versi la strada della tradizione: dopo certe scarpe degli anni passati così piene di sostegni e contrafforti da sembrare quelle di Robocop adesso molti produttori tolgono, semplificano, razionalizzano. E tornano ad una tecnica vecchia come il mondo: trama e ordito, una tomaia in tessuto.
Alla maniera tedesca
Non è un tessuto qualsiasi e molte mesh usate in molte scarpe sono a tutti gli effetti dei tessuti, ma sono la tecnologia e l’assemblaggio che contano in questo caso: la tomaia delle Adidas adizero Primeknit non è uniforme ma ha resistenze diverse a seconda della posizione rispetto ai punti del piede, per fornire supporto ove necessario, ma in maniera economica, cioè utilizzando solo la quantità di materiale e lo spessore richiesti.
Un calcolo preciso
Lo scopo è quello di ottenere una scarpa economica, nel senso che utilizza solo il materiale necessario a sostenere e proteggere il piede. Economica lo è anche dal punto di vista industriale: si tratta infatti di una lavorazione che riduce al minimo gli scarti e i tempi di lavorazione (la tomaia è in un unico pezzo ed è cucita solo nel tallone). L’unica cosa non (ancora) economica è però il costo industriale: per farle hanno creato costose e complesse macchine, dei giganteschi e velocissimi marchingegni che fanno la maglia, sì, tipo delle nonne meccanizzate ;)
Il risultato però è davvero notevole, e il costo è importante ma non poi molto superiore ad altre scarpe “tradizionali” da running: 165 euro e passa la paura.
(Via Highsnobiety e Hypebeast)
ma ora tutte le scarpe sono fatte a maglia? devo davvero chiedere alla mia nonna di farmene un paio allora….