Variabili “alternative” verso la We Own The Night

La We Own The Night si avvicina, e in questi giorni sono stata letteralmente assalita dal panico. I ritmi frenetici della città, del lavoro, degli impegni, delle responsabilità, mi hanno portata molto vicina al cosiddetto “sclero-point”, il punto esatto dove matematicamente si incontrano la curva di sopportazione, e la curva di stress, quest’ultima direttamente proporzionale alla quantità di problemi da risolvere nel corso delle 24 ore.

Il solo pensiero di mettermi le scarpe da running ai piedi, di andare a correre e di dover attraversare alcuni (seppur brevi) tratti dove il traffico è predominante, mi ha fatto quasi passare la voglia di correre.

Quasi.

In matematica esiste sempre una variabile imprevedibile, una piccola e insignificante “gamma” che ti cambia completamente prospettiva e che può, in equazioni complesse, farti trovare il bandolo della matassa, e letteralmente, farti sentire un’idiota per esserti complicato la vita con le tue stesse mani.

Il mio “gamma” è silenzioso, e troppo spesso snobbato. Ma è lì, imponente e presente da migliaia di anni, con i suoi 1.296 m slm, che veglia su noi, poveri runners da asfalto.

Non è né piccolo né insignificante. E oggi, nonostante lo veda da una vita, ne ho sentito il richiamo, il bisogno. E, da kamikaze ormai patentata quale sono, ho deciso di fare una cosa che non avrei mai pensato di fare in vita mia. Sono arrivata ai suoi piedi e sono partita. Non camminando. CORRENDO.

Vi risparmio la raffica di imprecazioni perché, nonostante i comportamenti da maschiaccio, sono pur sempre una signorina ( :) la mamma quand’ero piccola vedeva in me una danzatrice in erba, ma dopo anni di ruzzoloni vari tra stagni/terra/pozzanghere varie, ci ha rinunciato! Piccola digressione autobiografica).

Durante la mia “corsa” (se così la possiamo chiamare) mi sono chiesta almeno duemila volte quale infima lampadina si fosse accesa nel mio cervello per farmi fare una cosa tanto folle.

La risposta è giunta non appena ho raggiunto la cima. Improvvisamente tutto è sembrato così logico e naturale. Forse la stanchezza, forse il dislivello, ma i dubbi e le incertezze sembravano svaniti.

Scendendo mi sentivo più leggera, e questa cosa ve la può confermare anche il mio portafogli, visto che il giorno dopo ho comprato un paio di scarpe da trail. :)

Tutte le equazioni hanno una soluzione. Sta a noi trovare la variabile giusta.

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