Ripartire. Dopo una bella staffetta alla Milan City Marathon, per esempio

Photo from Flickr by Michele Ficara Manganelli

Ieri primo allenamento dopo la Milano City Marathon. Non ho voluto strafare, sono dieci giorni che colpevolmente latito. Improvvisamente è arrivata la primavera, il parco Nord è tutto un fiore: se corri a bocca aperta puoi sentire il sapore di miele nell’aria. Il sole è già abbastanza forte da abbronzare un velo le guancette stinte, così avide di colore dopo mesi di grigiume, ma non martella ancora tanto da arrostire il cervello sotto i capelli che si sa, se son scuri come i miei assorbono anche di più. Quindi niente cappellino bianco per ora, per il resto ero già in versione FullSummer: calzoncino filo-chiappa (li ricordavo più lunghi..) più canotta succinta di quando avevo quindici anni e zero cellulite dietro alle braccia (urgh), l’addominale tirato e le gambe di un grillo. Le quali gambe mi sono ben guardata dal soffermarmi ad osservare, timidamente nude e pallide, tremolare quasi elemosinando la pietosa copertura di un pantalone.. ma NO!! Esponiamo volontariamente il cambiamento al pubblico ludibrio per presa di coscienza e accettazione del presente, sprono a tornare agli antichi fasti e qualche grado di doratura, che non guasta affatto.

Ma che emozione la Marathon, dicevo! Il 7 Aprile tanto atteso ero terza staffettista, la tappa più spettacolare nonostante i tratti col pavè, qua e là appiccicoso causa beveroni rovesciati (bleah!). Volete dirmi che non è pazzesco trotterellare in soggezione al cospetto del Duomo, fare il giro attorno alla Scala e perchè no, anche un saluto veloce al Castello? Come l’anno scorso ho gestito bene i miei 10,2 km, sono arrivata viva e sorridente tra le braccia del Tatone, con qualche remora per non aver accelerato un po’ di più.. le tipiche fisime da “se avessi voluto avrei potuto”, e chissà poi se sarà vero! Avevo alle spalle una quindicina di allenamenti dalle ultime nevicate, vale a dire due mesi e qualcosa di pause pranzo al campo. Niente di intensivo per la verità, una mezz’oretta di corsa più doccia-lampo per non sforare, ma quando esci dall’ufficio che fuori è buio pesto, e svegliarsi un’ora prima la mattina è pura fiction (NO WAY), il tempo a disposizione si riduce drasticamente.

L’inverno mi ha portato un’agognata PoliLaurea e qualche abbondanza di morbidezza qua e là, di cui sopra ho descritto i rimasugli. Stiamo debellando, io e la mia forza di volontà che ormai è soggetto a sè, gli ultimi due anni di sfacciata nullafacenza e buona cucina con grande efficacia e poco sforzo. Ad oggi ne siamo molto soddisfatte: grande squadra!

Il mio primo allenamento da Stor(d)i-tella si è concluso con una quasi 6km in 38 min mi pare. Un po’ na schifezza, ma mi consolo pensando che il percorso comprendeva semafori rossi sul Fulvio Testi, salitone variegate, mille pause foto, partite di trova-la-rana e tartaruga-watching. Giuro, ho le prove!

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