Perché lo fai, disperata ragazza mia?!?!

L’avventura con le altre Storytellers è iniziata, e la cosa gasa la mia mente a livelli altissimi. Sono contenta di questa esperienza, e mi ritengo molto fortunata ad avere la possibilità di partecipare (un giorno vorrei anche sapere cosa ha portato a sceglierci!).
Mi ritrovo in un gruppo di donne super attive, e a volte mi spavento di quanto poco sia “sportiva” la mia vita rispetto alla loro, ma ho deciso di non buttarmi giù per questo, anzi di prendere esempio.
Così stamattina ho puntato la mia sveglia all 6:15, mi sono alzata con una bella carica, nonostante Angelo avesse deciso di non venire con me. Ho messo su la mia ST-Shirt e via a correre.
Ho iniziato a seguire il programma che aveva postato qualche giorno fa la dolce Irene, ovviamente dalla fase uno (ricordo che è solo un mese che corro e ho anche un peso corporeo che non mi aiuta molto…).
Sarà stato il freschetto della mattina, la strada bagnata, l’assenza di forme di vita (alberi a parte), ma ho iniziato a vedere negatività dapertutto.Il fiato non mi aiutava (sono una Gemelli, e noi Gemelli soffriamo sempre un po’ nel respirare), la mente nemmeno, così già dal 3°k ho iniziato a sentire la stanchezza e la famosa voce che ti dice “fermati che non ce la fai”.
Ovvio che l’ho zittita, ovvio che sono andata avanti, ovvio che ho realizzato la sessione più veloce tra quelle fatte fino ad ora, ma i pensieri sono rimasti: “Non diventerò mai una runner”, “Non sarò mai veloce abbastanza”, “Alla WOTN sarò l’ultima, e arriverò camminando”.
Poi mi sono ricordata che io sono così: costruisco intorno a me muri neri per avere un motivo per lottare. Ho ordinato su internet un bel martello e da domani inizierò a spaccare i mattoni, e se non finirò in tempo per la WOTN, beh, sticazzi: io c’ho messo tutta me stessa. Davvero.

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