Ho un compito per giovedì prossimo. Trovare un’ottima scusa per giustificare quella che mia nonna chiamerebbe una “marachella”.
La giustifica va presentata al mio fisioterapista, che seppur non mi conosca da moltissimo, sa già i lati oscuri dei runner, tra i quali quella voglia irrefrenabile che prende quando ci si allaccia le scarpe da corsa.
Qual è il fattaccio che devo nascondere? È presto detto: una passeggiatina. A piedi. Fatta sabato. Niente di male, no?
Ok, la passeggiatina è stata di 12km. E dentro c’erano circa 200m di salita e altrettanti di discesa, con alcuni saliscendi in mezzo. E poi … un accenno di corsetta. Ma proprio solo un assaggino. Il giretto in tutto è stato di circa 2 orette, assicuro le le più “tonde” di questi ultimi miei mesi.
Dopo settimane in cui l’Italia si era trasformata in Gotham City, con pioggia e ancora pioggia e poi ancora … pioggia, sabato un timido sole si è affacciato in cielo (almeno su Bologna).
Ora vi chiedo: l’avete sentito voi il richiamo? Perché il mio umore, già da un po’ di tempo alloggiato nei sotterranei di casa mia, si è improvvisamente alzato, è venuto su e ha bussato. E ha chiaramente detto:
“Oh, ma hai visto cosa c’è la fuori? La primavera! Scendi in strada, vai a vedere quanta gente sta correndo!”. L’avrei voluto mandare gentilmente a quel paese, visto che tanto sa benissimo che ancora non posso correre. Ma poi ho pensato: correre no, ma camminare sì, posso farlo!
Ok, è deciso: mi metto in tenuta seria da runner, come non faccio da mesi, ed esco. La mentalità è quella della corsa, ma…mannaggia a me se faccio partire le gambe, chiaro? SOLO CAMMINARE.
Bene, allora parto.
Cammino, cammino, cammino, cammino … [che spettacolo. Oggi è proprio una giornata di quella da andare sui colli. Così, tanto per respirare un po’ di aria diversa]
Pant, pant, pant [ah, certo che anche a camminare veloci non è poi che si faccia poca fatica; pensa a fare tutti gli scalini di San Luca con questo passo, che fiatone]
uff, inspiro, espiro [vabbò, basta vado su per i colli. Tanto cammino e basta, mica corro. Ah, sì … certo, sto attenta. Che con tutti ‘sti runner in giro mica sai cosa ti può succedere]
Certo che è proprio come imparare di nuovo a camminare. Chissà se so fare ancora a correre. Certo che provare … [non avevamo detto, SOLO CAMMINARE?] In fondo, devo sapere quanto mi fa ancora male, ‘sta sacrosanta caviglia!
Dai ormai sono 2 orette che cammino, posso accennare, no? Bene, allora com’è che si fa? Ah sì, proviamo ad appoggiare così il piede, ok. Poi pieghi un po’ … ah sì! Così! No, aspetta, piano … piano, pianoooooo. Forse ci siamo. Evvai, hop, hop. Ruga del leone tra gli occhi, sono concentratissima. Sto correndo (o qualcosa di simile)
Non sarò stata proprio bella da vedere, ma almeno ho abbozzato un gesto che vagamente ricorda la corsa. Anzi, dallo sguardo di chi passava di lì, avrà pensato che avessi una qualche relazione di parentela stretta con un orango, visto il passo aggraziato e bilanciato.
Una tentazione che giuro, nemmeno se mi avessero messo sotto il naso dei cabaret di pasticcini avrei potuto resistere dal non provarci. Ho corso solo 500m (stranamente avevo con me il telefono per tracciare la camminata). I 500m più belli di questi ultimi 2 mesi.
Ora mi serve solo una giustificazione per il mio fisioterapista, per spiegare come “incredibilmente, davvero non capisco come mai!” la mia caviglia si è gonfiata tipo cotechino. Però non fa male. Primavera aspettami che tra un po’ arrivo anche io!
(Temptation served on a plate of ivory by Joel Montes)