Millenovecentoottantaquattro
Cosa ti ricordi di quell’anno? Come per la maggior parte degli Anni Ottanta (rivoluzionari o inutili, giudicate Voi), anche il 1984 fu un anno epico: a gennaio un giovane Steve Jobs presentò al mondo il Macintosh 128k, il primo Mac della storia. Il disco dell’anno, che impazzava nei mangianastri di tutto il mondo (compreso il mio) era Purple Rain; i Red Hot Chili Peppers esordirono con l’album omonimo, mentre ‘Born in the U.S.A’ consacrò Springsteen come icona del rock.
Il Proibizionismo fece da sfondo alla trentennale vicenda del gangster Noodles in ‘C’era una volta in America’ capolavoro di Sergio Leone. Mentre in Italia il PCI diventava il primo partito alle elezioni Europee sulla scia emotiva data dalla morte del suo leader Berlinguer, il resto del mondo si divideva nei due blocchi: paesi della NATO da una parte e nazioni aderenti al Patto di Varsavia dall’altra.
Guerra Fredda, tanto per citare Orwell (e se non lo avete fatto leggete 1984).
Guerra Fredda fatta di tensioni diplomatiche, azioni di spionaggio degne dei romanzi alla John Carré, boicottaggi. Già, sabotaggi in politica, economia, e pure nello sport. XXIII Giochi Olimpici, ospitati a Los Angeles dal 28 luglio al 12 agosto 1984. ll trionfo dell’edonismo reaganiano, un tripudio di stars&stripes e proprio per questo boicottati dall’Unione Sovietica e dai paesi aderenti al Patto, fatta eccezione per la Romania. Una ritorsione, quella sovietica, attuata dopo il boicottaggio degli Stati Uniti di 4 anni prima ai Giochi di Mosca in seguito all’invasione dei sovietici in Afghanistan.
Politica e sport a cambiare il corso della Storia.
La Storia già… quella che si fece a Los Angeles. La Storia dell’atletica.
Oggi non ci sarebbe Usain Bolt senza quello che accadde in quella estate del 1984.
Senza Frederik Carlton “Carl” Lewis: un giovane ragazzo proveniente dal profondo sud degli States e cresciuto nei sobborghi di Philadelfia a pane e atletica. Veloce, incredibilmente veloce. A Los Angeles Lewis – che l’anno prima aveva ottenuto i suoi primi titoli nei neonati Campionati del Mondo di Atletica Leggera – trionfò, eguagliando le quattro medaglie d’oro vinte da Jesse Owens nel 1936: 100 e 200 metri, salto in lungo e staffetta 4×100.
Ma il “Figlio del Vento”, come poi venne soprannominato, non si fermò a quell’estate losangelina. Vennero poi altre medaglie, il record del mondo sui 100 metri (9 secondi e 83 centesimi a Roma nell’87), la sfida con Ben Johnson, l’ingresso nella Hall of Fame IAAF.
Un mito dello sport.
Ho corso con Carl Lewis
Nei miei sogni, direte voi. Certo, anche in quelli… ma io ci ho corso sul serio!
2 settembre 2013, ieri.
Una di quelle giornate che sono un incrocio fortuito di avvenimenti: resto in ufficio fino al tardo pomeriggio, ho con me l’occorrente per correre (ho quasi sempre con me il necessario per correre… stavolta erano indumenti puliti!), il Nike Stadium a un tiro di schioppo… perché non aggregarsi ai Red Snakes, il gruppo di runner Nike a Milano?
E quindi eccomi in Foro Bonaparte, un po’ spaesata a dire il vero. Circondata di stilose maglie nere con il serpente rosso stilizzato. Uomini e donne di tutte le età: i Red Snakes corrono forte e questo era il loro primo allenamento di gruppo dopo la pausa estiva.
Pronti, si parte: giro nel Parco, chiacchere di vacanze appena concluse e foto da caricare su FB, di rientri lavorativi e cene da concordare. Dal Parco si attraversa la Milano di bere di Corso Garibaldi e Corso Como; e proprio sotto Porta Garibaldi spunta LUI… Carl Lewis! E da Corso Como su per la salita fino alla splendida piazza Gae Aulenti, simbolo della Milano che verrà.
WWOOOOWWWW!
That’s Incredible!!!
Esatto, ho proprio esclamato questo… incredibile, sto correndo con Carl Lewis! (ed anche con Venuste Niyongabo, medaglia d’oro nei 5.000 mt. ad Atlanta ’96)
E non solo…sono ad un metro da un Campione dello Sport che, come se niente fosse, chiacchiera con noi e ci racconta di come ora la corsa sia per lui divertimento. “RUN IS FUN”.
Now, ora: Lewis parla come se avesse davanti a sé gli amici e non un gruppo di runner sudati ed accaldati, increduli di essere al cospetto del Figlio del Vento. Racconta di come la competizione abbia permeato la sua corsa, e di come ora, indossi le scarpette per divertimento. E poi, fatto ancora più sconcertante ci chiede perché corriamo, e di ISPIRARE la sua corsa.
Io ispirare Lewis??? Non credevo alle mie orecchie!
Ed ancora meno quando, con una disponibilità ed una cordialità fuori dal comune si è prima prestato a posare foto con ognuno di noi (a gruppi, singolarmente, tutti insieme) a rilasciare autografi (ragazzi, il pennarello nero sulla t-shirt nera non si vedeva… mi sono fatta autografare la coscia, mica potevo perdere l’occasione!)
E come se non bastasse, in questa sconvolgente serata di inizio settembre, Lewis si è messo a scattare foto alla piazza, come un turista qualsiasi e poi a giocare a biliardino. (ok, su quello ci deve lavorare perché rulla… ma glielo perdoniamo!)
Il Carl Lewis Campione, l’uomo delle 10 medaglie olimpiche, delle 12 medaglie ai Mondiali, delle 3 ai Giochi Panamericani, il FAO Goodwill Ambassador, il mito dell’atletica ha lasciato il passo al Carl Lewis uomo. A testimonianza che i grandi campioni sono innanzitutto grandi uomini.
Spiritoso, cordiale, gentile. E, ancora, runner.
Carl Lewis, uno di noi.
That’s Incredible!
P.S.: Carl Lewis ha corso con i ragazzi del Red Snakes fino al nuovo Nike Store di porta nuova, che sarà il nuovo punto di ritrovo del running club. A partire dai primi giorni di ottobre, il nuovo nike store sarà infatti la casa del running e del training donna, con prodotti e servizi dedicati.