Correre con Flash Gordon e il panino di Subway: la Bristol 10k

Tante promesse, buoni propositi e le scarpette che ogni giorno mi scrutavano inquisitorie, tanto che un giorno le ho riposte nella scarpiera. Così ho abbandonato il mio utopico proposito di correre la mezza maratona di Bath, e sono scivolata in una apatia fisica e mentale che ogni tanto prende tutti. E sappiamo quanto sia difficile disfarsene. Stanca di vedermi trascinare un corpo che non mi apparteneva più, ho deciso di prendere il toro per le corna, sono tornata alla scarpiera e ho tirato fuori le scarpette fluo. Tutto questo poco dopo il mio primo Natale inglese, passato tra “pigs in blankets” (googlare per credere) e torte dal tasso calorico a tre zeri.
Avevo bisogno di motivazione, di stimoli, di novità per mettermi in gioco. Sono incappata in questa gara di 10k, in programma per il 5 maggio. Era il 27 gennaio quando ho deciso che avrei corso la Bristol 10k. Non solo, lo avrei fatto per beneficenza. Così ho scommesso contro il tempo che mi sarei fatta trovare pronta, con tanto di tutina rosa della associazione Clic Sargent (Bambini con il Cancro) alla linea di partenza. Il mio traguardo era concludere in meno di 60 minuti, utopico se si pensa che non ero più in grado di fare 5k in meno di 40 minuti.
Sono stati mesi intensi, in cui mi sono persa per i sobborghi di Bath, fermata a metà per crampi diffusi, persa a fotografare paesaggi evocativi. Ho corso prima di colazione, dopo cena, in pausa pranzo, con la pioggia e la neve. Ho cambiato scarpette finalmente (a quanto pare tre anni sono troppi per un paio di scarpe da corsa…ups) e ho cambiato attitudine. Due settimane prima della gara sono stata in vacanza in Italia, ed ho corso un buon 6 giorni su otto, con 27 gradi all’ombra, notando come ci fossero sempre quei 700 metri che mi allontanavano dal mio traguardo personale.

La sera prima, dormire fra statuette buddiste.

Io, che di solito sono conosciuta da tutti per la mia puntigliosa organizzazione, mi sono trovata il 4 di maggio senza spille da balia per il mio numero, alle otto di sera davanti ad uno schermo che mi ripeteva come domenica 5 maggio non c’era alcun modo di arrivare a Bristol prima delle undici del mattino, se non partire di corsa la sera stessa. Nel panico generale chiamo il mio amico, che persuaso a partecipare con me alla gara. Tutto bene quel che finisce bene, sabato sera mi ritrovo a dormire su un divano di uno sconosciuto, amico di infanzia del mio compare, contornata da statuette buddiste dall’aspetto poco rassicurante. Cos’altro può andare storto?
Domenica mattina mi rendo conto di avere con me solo le cuffie da DJ e di aver dimenticato la fascia per l’iPhone. Ah, il mio iPod è in batteria di emergenza. Ottimo.
Alle nove e quaranta, in fila in attesa sulla linea di partenza, sono l’unica ad avere un iPhone sbucare dal top e delle cuffie di proporzioni smisurate. Ma non importa perchè sono lì, contornata da facce spaventate ed eccitate come la mia, che mi sorridono nervosamente.

Poi corri con Mario e Luigi, Flash Gordon e il panino di Subway

Un sorriso ebete mi accompagnerà dalla partenza fino ai primi cinque minuti buoni della gara, quando rendo conto di fare parte di qualcosa di surreale e meraviglioso. Ci sono centinaia le persone che corrono per associazioni benefiche, per non parlare di Mario e Luigi, Flash Gordon e il panino di Subway che mi affiancano di tanto in tanto.
Scatto e driblo, rallento e mi stabilizzo, e tra una collina e l’altra all’ottavo chilometro sento di non potercela fare. Eppure non sto andando male, magari riesco a stare dentro i 60 minuti, e a dimostrare a me stessa che posso farcela. Al nono chilometro l’adrenalina sale di nuovo, la gente applaude attorno a noi e un gruppo di signore su un autobus grida: “Vai Fab!”, leggendo il mio nome dalla mia vestina rosa. È ora dello scatto finale.Finisco la gara esausta ma felice, in attesa del risultato.
Tempo: 00:56:12. Soldi raccolti per Clic Sargent: £200. La soddisfazione e la scarica di adrenalina non ha prezzo (eddai, questa ve la aspettavate).
E ora, verso Londra. Ho sentito che fanno una mezza maratona chiamata Run Beat Half Marathon, anche chiamata Maratona Musicale. Ci risentiamo a settembre 2014.

Fabiana (@ElectraMorrison)

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