È una mattina calda, per oggi hai già corso e ti fermi dal fruttivendolo per comprare qualche banana perché – lo dice sempre anche la nonna – il potassio aiuta, “hai mai visto una scimmia contorcersi per i crampi?”. Ma no, oggi non sei fortunato e la signora – che sembra essere parte integrante del negozio da sempre (nonché appena uscita da un film di Carlo Verdone) – ti ferma e ammiccando: «Ti ho visto ‘stamattina alle 6, sei diventato un podista eh?!». Le sorridi, svicoli con una risposta di circostanza e fuggi perché, lo sappiamo, è più facile uscire da un buco nero che da certe discussioni ma ormai il danno è fatto e quella parola ti rimane in testa: «Un podista? Io?».
Podista un corno, io sono un runner!
Se penso a un podista lo immagino di mezza età, quasi calvo, con i capelli ingrigiti e una canotta blu arrivata direttamente dagli anni ’70. Ma anche giovane, però la canotta è sempre la stessa. Le scarpe sono rigorosamente giapponesi di tre o quattro stagioni fa. E l’immancabile pantaloncino svolazzante che sembra una gonnellina Hawaiana (“hanno mai fatto il modello da uomo?”). Al polso? Un cronometro digitale Casio che, nonostante recentemente il vintage sia molto cool, sembra quello del tuo padrino che faceva il ragioniere in banca e adesso è felicemente pensionato (ma aveva il lavoro fisso, lui). Il podista, quello la domenica non salta una “tapasciata” (la marcia non competitiva che si tiene la domenica un po’ ovunque) nemmeno in caso di guerra termonucleare e che – comunque – non viaggia mai più lento di 4’40″/km, indipendentemente da età, condizioni atmosferiche e stato della preparazione. Quello che la vaselina non manca mai, non fraintendetemi, perché lo strofinamento di gambe e braccia altrimenti potrebbe togliergli tutti gli strati di pelle ma, soprattutto, in gara si “incazza come un’ape” (cit.) se chiude con 2 minuti più del tempo che si era prefisso. Già, perché in gara è terribilmente competitivo. Lo troverai alla partenza che si lamenta di tutti i suoi problemi fisici, oppure che millanta tempi “che nemmeno un etiope” però è sempre lui: è pretattica. Lui va, a testa bassa, al suo ritmo e con le sue tabelle di allenamento perché le sue doti più grandi sono la tenacia e la dedizione. E lo scopo è sempre uno: battere qualcuno! Lui – molto spesso – non è un agonista, è un antagonista. Capita raramente di vederlo da solo perché il podista è socievole e viaggia sempre in compagnia.
Al podista non interessa la postura di corsa, l’appoggio del piede. «Se mettono l’ammortizzazione nel tallone, significa che devo appoggiare lì. Punto.». Per lui la corsa è un’attività esclusivamente fisica. Niente fronzoli, né fisici né mentali. E la musica? La musica non si ascolta mentre si corre, nessuna discussione in merito, nemmeno si prova. Fine.
E io?
Io corro, anch’io metto un piede davanti all’altro ma cercando di capirne un po’ di più. Mi piace provare materiali nuovi, strade nuove, situazioni diverse. Sbaglio, torno indietro, mi fermo a fare una foto (in realtà è una scusa per prendere fiato ma non diciamolo troppo in giro, ok?). Cerco di imparare quale sia la postura e l’appoggio più adatti a me e – se capita e ne ho voglia – ascolto un po’ di musica. Ma soprattutto anch’io gareggio. Ogni volta che esco: contro me stesso.
«No, signora, non sono un podista. Io sono un runner.»
(credits immagine principale: ©iStockphoto.com/RichVintage)
Allora sono una runner anche io! Anche se vado a 6, mi piace gareggiare anche con gli altri , ma solo contro i miei tempi.
Mi hai fatto sorridere!
[…] mio consiglio: butta il pantaloncino svolazzante e se fa freddo copriti quelle gambe (a meno che tu non sia una super top model), butta il […]
sembra tanto serio il podista, mano male che non si perde delle tapasciate (le consiglio anche a te, potresti fare delle belle foto ;)
molto dettagliata la descrizione, non ho mai incontrato uno così o magari non mi metto tanto a analizzare i tipi, per me è uno solo: quello che corre
Secondo me anche lei un podista ma preferisce l’inglese all’italiano. Ognuno corre secondo le proprie peculiaritá genetiche, culturali, ecc. Questo non la autorizza a sentirsi un BIG se incontra qualcuno che corre in modo inopportuno, inefficace o addirittura dannoso.
Un pó di umiltá le farebbe bene.
Bah…Podista e Runner sono sinonimi,c’è poco da ricamare.
Piuttosto la figura di chi corre con telefonino cuffiette e propensione alla corsa libera si avvicina a quella del Jogger…niente di male beninteso.
Mah, innanzitutto sono ovviamente stereotipi, e come tutti gli stereotipi sono sbagliati. Chi ha tempo da dedicare a come gli altri “appaiono” non è solitamente un buon corridore, non in termini di performance ma perchè non ha capito lo spirito della corsa. Le doti più grandi di tutti i buoni atleti sono la dedizione e la tenacia ( le cito il nostro beneamato mennea ), i mezzi ai massimi livelli li hanno quasi tutti ( e per mezzi intendo il talento ) quello che li differenzia un insieme di qualità che lei ha descritto come “podista”. Se le fosse un corridore esperto, saprebbe già che la meccanica di corsa non può essere corretta dopo la fase di sviluppo ( non vuol dire che non ci sia la possibilità per margini di miglioramento tecnici, i.e. tipico dei pricipianti è il fatto di tenere le braccia alte come se fossero dei velocisti che comporta un dispendio energetico importante dalla mezza maratona in su ).
Il buon corridore non è colui che è in grando di fare la maratona in X tempo il buon corridore è quello che segue queste linee guida non lascia che cattivi sentimenti come la gelosia dei tempi altrui dettino i suoi comportamenti o le sue parole:
COME ATLETA:
pratichi lo sport per passione
lo pratichi disinteressatamente
segui i consigli di coloro che hanno esperienza
accetti senza obbiezioni le decisioni della giuria o dell’arbitro
vinci senza presunzione e perdi senza amarezza
preferisci perdere anziché vincere con mezzi sleali
ti comporti con spiriti sportivo e con lealtà anche fuori dello Stadio ed in qualunque azione della tua vita
COME SPETTATORE:
applaudi il vincitore ma incoraggi il perdente
poni da parte ogni pregiudizio sociale o nazionale
rispetti la decisione della giuria o dell’arbitro anche se non la condividi
sai trarre utile lezione dalla vittoria come dalla sconfitta
ti comporti in maniera dignitosa qualunque sia l’esito della competizione
agisci sempre ed in ogni occasione sia dentro che fuori dello Stadio con dignità e sentimento sportivo
Fonte/Bibliografia:
CODICE… del COMITATO INTERNAZIONALE OLIMPICO
Buona corsa, in qualunque modo lei si voglia chiamare.
fantastico pezzo ?
Mi rivedo molto in questo servizio sono fatto proprio cosi,podista?sono un Runner 4 uscite a settimana ma sempre competitivo,devo sempre cercare di superare quello davanti,arrivo alla fine delle gare competitive o non sempre mezzo morto con cuore che pompa al massimo,ho 49 anno ho iniziato a correre da 2 anni ma e la mia vita,amo correre specialmente zone collinare montagne e percorsi lunghi sempre oltee i 20 km altrimenti non es o di casa,ho due ernie problemi al ginocchio piede collo ma non mi fermo,non mollo e vai con voltaren pomata che dire viva i Runner, Podista eccBuona corsa a tutti.
Leggendo questo post bonariamente provocatore mi sono venuti in mente due episodi: il primo riguardante la mia prima 10K competitiva in cui avevo deriso sotto i baffi un ragazzo che si era presentato in pantaloncini da spiaggia al via. Lui è salito sul gradino più basso del podio, io non ho potuto salire i gradini delle scale di casa per un mese. Il secondo riguarda un signorotto, il podista stereotipato del celebrity deathmatch cui sopra, abbigliato da Calcaterra con passo da Cascaterra, che non si è mai degnato di rispondere ai miei cenni di saluto che generalmente scambio con i runner che incrocio durante gli allenamenti. Al terzo tentativo ho rinunciato. Oltre che barrette proteiche e bevande energetiche sarebbe opportuno non svuotare mai le proprie tasche di qualche grammo di educazione. Regola che dovrebbe accomunare runner o podisti essi si sentano.