Correre col caldo, col sole, con la pioggia, di notte, al mattino col gelo. Ma con la neve e il ghiaccio no, dai.
E invece.
La frustrazione.
I fondatori di Icebug la chiamano proprio così: frustrazione. Vivere in Svezia, una terra con un clima estremo per molti mesi dell’anno e non potere fare ciò che amavano: correre. O farlo, ma con il reale e probabile rischio di farsi molto male, scivolando sul ghiaccio e cadendo rovinosamente.
Così nel 2001 pensarono di fare scarpe con quella vocazione: permettere la corsa su superfici critiche, limitando o annullando i rischi di scivolamento.
La soluzione.
Una soluzione antica, ma integrata in una scarpa aggiornata e adatta alla corsa: una suola chiodata. La tomaia e la suola invece sono moderne e adatte al trail più impegnativo: tomaia in poliuretano e nylon per assicurare impermeabilità e resistenza anche in condizioni impegnative e “bagnate”, suola ammortizzata, come una scarpa da running. Perché non si tratta di una scarpa che finge di essere “da running”: nasce come ispirazione da una scarpa da running e viene modificata per essere adatta e sicura su superfici estreme.
È un po’ come mettere le catene alla vostra auto. Meglio: come metterci le gomme termiche. Meglio ancora: come metterci gli pneumatici chiodati.
E ora non avete più scuse: fuori a correre! C’è un lago ghiacciato che vi aspetta. Non abitate a Stoccolma, no?
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