Un brutto infortunio, la ripresa e le nuove sfide

Prima di guardare al futuro si devono risolvere le questioni in sospeso con il passato, si dice.
Luca Conti, community manager degli ASICS FrontRunner Italia e responsabile della nuova squadra di triathlon dei Balckbart ci ha provato sabato scorso al Challenge di Rimini.
Gli abbiamo chiesto com’è andata.

Partiamo dall’inizio: Challenge di Rimini, 24 maggio 2015. Cos’è successo quel giorno?

Ci ho rimesso un ginocchio. Poco dopo la partenza, nella prima frazione a nuoto, mi si è insabbiato il piede e, nel frattempo, qualcuno mi ha urtato la spalla. Il busto si è girato, il ginocchio no. Risultato: rottura del menisco e del legamento crociato. Quella gara l’ho portata a termine e anche, poche settimane dopo, il Garmin Trio di Sirmione ma poi ho capito che dovevo fermarmi e farmi operare, rinunciando a correre l’Ironman di Barcellona, per cui mi stavo preparando da mesi.

A ottobre l’operazione e maggio eri già in pista per tornare a gareggiare. Ma il primo obiettivo era tornare a Rimini.

E’ vero. Nell’ultimo anno ho fatto più di una gara, con la maglia dei Black Bart, ma l’appuntamenti che aspettavo era il Challenge di Rimini: avevo un conto in sospeso con quella gara e lo dovevo chiudere, in un modo o nell’altro, prima di ripartire davvero. E’ un po’ come quando prendi una grossa sbornia: poi devi tornare dove tutto ha avuto inizio e ricominciare da lì.

Così domenica sei tornato “sul luogo del delitto”. Com’è andata?

Poteva sicuramente andare meglio. Il meteo ha complicato non poco le cose. L’acqua era gelida e il mare molto mosso, nella frazione in bici abbiamo dovuto fare i conti con un fastidiosissimo vento contrario e durante la corsa il sole si alternava alla pioggia. Insomma, non ci siamo fatti mancare nulla. Però è andata, nonostante le varie peripezie, e sono contento di aver chiuso il cerchio.
Mentre sei in gara ti chiedi chi te lo ha fatto fare, ma quando al traguardo trovi tutte le risposte. L’arrivo ti ripaga di tutta la fatica e capisci che ne valeva la pena.

Allora adesso sei pronto per la prossima sfida. Quale sarà?

Da qui alla fine dell’anno mi prenderò sei mesi “sabbatici”, in cui mi dedicherò alle distanze più brevi, adrenaliniche e veloci: ho viglia di divertirmi e le gare lunghe richiedono un impegno esagerato, non tanto nella gara in sé, quanto piuttosto per gli allenamenti.
Serve molto tempo, per prepararle bene e il tempo ultimamente scarseggia.

Scarseggia anche perché sei impegnato nel progetto degli ASICS FrontRunner Italia, di cui sei il Community manager. Pochi mesi fa ti sei occupato della selezione dei 30 runner che oggi formano il team. Come li hai scelti?

Ho cercato di formare un gruppo molto eterogeneo. Ho messo insieme campioni e amatori, runner, trailrunner, triatleti, chi ama la velocità delle gare corte e chi la resistenza delle maratone, chi corre per arrivare a podio e chi per mantenersi in forma. Mi piaceva l’idea di racchiudere in un’unica squadra tutte le sfumature che la passione per la corsa può avere.

Il gruppo si è già incontrato, qualche settimana fa a Cuneo, nella sede ASICS. Come proseguirà questa avventura?.

Di corsa, direi. Tutti i ragazzi, che sono persone meravigliose, saranno ambasciatori della loro passione: non solo in rete, sui loro social, ma soprattutto nella vita reale, partecipando a eventi, facendo gare. Insomma, correndo. Vivranno e faranno vivere agli altri il loro amore per questo sport. E io credo sia un progetto bellissimo.

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